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«Era il sasso appuntito»: Pellecchia ammette il lancio mortale al bus

In una conversazione intercettata negli uffici della Questura il ventenne ammette di aver tirato la pietra che ha ucciso l’autista Raffaele Marianella


Il ventenne Kevin Pellecchia, fermato per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia avvenuto domenica scorsa nei pressi di Rieti, ha ammesso di aver lanciato il sasso che ha ucciso l’autista Raffaele Marianella.

Durante una conversazione intercettata negli uffici della Questura, ha detto: «Era quello più appuntito».

In sede di interrogatorio, Pellecchia aveva invece negato ogni coinvolgimento, attribuendo il lancio dei sassi ad altri due giovani, identificati come “Aba” e Manuel Fortuna. Nel suo verbale aveva dichiarato: «Manuel teneva in mano un sasso che avvolgeva quasi totalmente. Poi, quando è sopraggiunto il pullman dei tifosi pistoiesi, ha lanciato il sasso ma non so riferire il punto di impatto sul pullman».

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Il ventenne aveva aggiunto che il bus era stato colpito frontalmente, all’altezza del parabrezza, mentre il gruppo si trovava «alle spalle di Terni, in direzione di Rieti». I lanci, ha spiegato, sarebbero avvenuti «quasi contemporaneamente»: «Ho udito una sola botta del sasso sul vetro e dopo pochissimi istanti un secondo urto di entità minore».

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Pellecchia ha inoltre precisato che solo “Aba” e Fortuna avrebbero materialmente lanciato le pietre, perché gli altri del gruppo «si trovavano in posizioni non favorevoli e avrebbero potuto colpire chi stava davanti, nella parte inferiore della scarpata».

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