Il femminicidio in casa della vittima nel quartiere Gorla. L’uomo, il 52enne Gianluca Soncin, ha cercato di togliersi la vita. Procura valuta premeditazione e stalking
Ha provato a salvarsi chiedendo aiuto, Pamela Genini, di 29 anni, uccisa a coltellate nella tarda serata di ieri a Milano. Le urla che hanno allertato i vicini, la chiamata all’ex compagno, l’arrivo dei poliziotti e poi la messinscena per nasconderli all’uomo venuto per ucciderla: «Ha suonato Glovo», gli ha detto. Ma è stato inutile. L’assassino l’ha trascinata sul terrazzo e l’ha colpita con 24 coltellate. Nel decreto di fermo si legge che Gianluca Soncin, 52 anni, si è accanito con violenza, il corpo presenta ferite “al collo, al dorso, al torace, agli arti superiori e alle mani”.
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Il femminicidio si è consumato nel quartiere Gorla, su un balcone di via Iglesias. La modella e imprenditrice è stata uccisa dal compagno Gianluca Soncin, 52 anni. L’uomo, che avrebbe tentato il suicidio dopo l’aggressione, è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda, ma non è in pericolo di vita. È stato fermato per omicidio aggravato.
L’allarme dei vicini di casa
L’allarme è scattato nella tarda serata di ieri: i vicini di casa hanno chiamato il 112 dopo aver sentito le urla provenire dall’appartamento al civico 33. Quando la polizia e i sanitari del 118 sono arrivati sul posto, per la giovane non c’era più nulla da fare.
La prima ricostruzione delle indagini
La polizia scientifica sta eseguendo i rilievi all’interno dell’abitazione, mentre il magistrato di turno coordina le indagini per ricostruire la dinamica del femminicidio. Secondo una prima ricostruzione, tra la vittima e Soncin — entrambi italiani — c’era una relazione. Alcuni testimoni riferiscono di aver sentito la donna chiedere aiuto dal terrazzo, prima che lui la colpisse più volte con un coltello e per poi rivolgersi l’arma contro ferendosi alla gola.
Colpita con 24 coltellate
Pamela Genini è stata colpita con 24 coltellate. È quanto si legge nell’imputazione a carico di Soncin, accusato di averla uccisa “al culmine di una serie di condotte persecutorie”, dopo averla “ripetutamente minacciata di morte”. L’uomo, secondo l’accusa, si era anche procurato una copia delle chiavi di casa prima di agire. Per questo la Procura contesta le aggravanti della premeditazione, stalking, dei futili motivi e della crudeltà.