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Tajani con 4 Paesi contro l’occupazione di Gaza. Aiuti italiani nella Striscia

Antonio Tajani

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aderito all’iniziativa diplomatica internazionale contro la decisione israeliana di occupare Gaza City, firmando con i colleghi di Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda una dichiarazione congiunta per “respingere con forza la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto” e ribadire “la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un’adeguata assistenza umanitaria”.

Il documento riafferma una posizione comune “a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità”, chiedendo inoltre la “totale smilitarizzazione di Hamas” e il suo “completo” allontanamento da ogni ruolo di governo nella Striscia.

Sul piano operativo, è partito oggi il primo aviolancio italiano di aiuti umanitari verso Gaza nell’ambito dell’operazione Solidarity Path 2, con 100 tonnellate di beni essenziali che saranno paracadutati ogni giorno per una settimana. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato che l’obiettivo è “intervenire con tempestività per alleviare l’emergenza e continuare a sostenere lo sforzo politico e diplomatico per un cessate il fuoco duraturo, condizione imprescindibile per l’unica pace possibile, nel rispetto del principio di due popoli, due Stati”.

Le prese di posizione internazionali si moltiplicano. Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha avvertito che l’operazione israeliana rischia “una pericolosa escalation” e “conseguenze già catastrofiche per milioni di palestinesi”, mentre il Consiglio di Sicurezza ha posticipato a domenica la riunione d’emergenza sul tema.

A livello regionale, il Qatar e gli Stati Uniti lavorano a una proposta “globale” che, se accettata, potrebbe rinviare l’offensiva su Gaza City. L’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff nelle prossime ore il primo ministro di Doha, Mohammed bin Abdul Rahman al Thani, per discutere di un piano per porre fine alla guerra nella Striscia e liberare tutti gli ostaggi rimasti detenuti da Hamas.

Dall’interno di Israele arrivano avvertimenti e dissensi. Il capo di Stato Maggiore dell’Idf Eyal Zamir ha promesso di attuare il piano “nel miglior modo possibile”, ma ribadendo l’impegno a “salvaguardare la vita degli ostaggi” e a consentire il riposo delle truppe. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha denunciato che la decisione del governo “ha condannato a morte gli ostaggi ancora in vita”, ignorando “i ripetuti avvertimenti dei vertici militari”.

In Italia, non mancano le voci critiche contro il governo in Parlamento. Il leader di Avs, Angelo Bonelli, accusa l’esecutivo Meloni di essere “complice del genocidio a Gaza” e chiede di sospendere “subito l’accordo militare con Israele”, ricordando che l’Italia è “terzo fornitore di armi a Israele dopo Usa e Germania” e denunciando come “inaccettabile che anche un solo proiettile italiano uccida un bambino palestinese”.

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