Home / Notizie / Machado non ritirerà il Nobel a Oslo: troppi rischi, andrà la figlia

Machado non ritirerà il Nobel a Oslo: troppi rischi, andrà la figlia

MACHADO

Secondo fonti vicine all’opposizione, lasciare il Paese esporrebbe Machado al rischio di essere dichiarata latitante, rendendo impossibile un eventuale rientro in patria


Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana e premio Nobel per la Pace 2025, non sarà presente alla cerimonia di consegna oggi a Oslo. A ritirare il riconoscimento sarà sua figlia, Ana Corina Machado, che leggerà anche il discorso scritto dalla madre.

A confermarlo è Kristian Berg Harpviken, direttore dell’Istituto Nobel, che alla radio pubblica norvegese NRK ha spiegato: «Sarà sua figlia a ricevere il premio in suo nome».

LEGGI Machado dedica il Nobel a Trump: «Per la pace contiamo su di lui»

Harpviken ha aggiunto di non sapere dove si trovi attualmente Machado, che da quasi un anno vive in clandestinità in Venezuela dopo le crescenti pressioni del regime di Nicolás Maduro: «Non so dove si trovi esattamente», ha dichiarato a poche ore dall’inizio della cerimonia nel Municipio di Oslo.

I dubbi sul viaggio

Già ieri il Comitato Nobel aveva cancellato la conferenza stampa della vincitrice, dopo una giornata di informazioni contraddittorie sulla sua possibile partenza. Neppure la madre dell’attivista, Corina Parisca, aveva potuto confermare: «Credo che verrà, ma non sono sicura», aveva dichiarato.

Ana Corina Sosa, la figlia della leader venezuelana, è tra gli invitati d’onore insieme ai presidenti argentino, ecuadoriano e paraguaiano, oltre al capo di Stato panamense José Raúl Mulino.

I rischi per Machado

Secondo fonti vicine all’opposizione, lasciare il Paese esporrebbe Machado al rischio di essere dichiarata latitante, rendendo impossibile un eventuale rientro in patria.

Pochi giorni prima della cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace a Oslo, la leader dell’opposizione venezuelana aveva invitato i suoi connazionali all’interno e all’esterno del Paese a unirsi a una marcia per la pace e la libertà sabato 6 dicembre in oltre 20 Paesi e 80 città in tutto il mondo. “Il Premio Nobel per la Pace è un riconoscimento della resistenza e della dignità di ogni venezuelano”, aveva dichiarato Machado in un messaggio, affermando che i cortei accenderanno “una luce globale” di fronte ai tentativi del regime di sminuire il riconoscimento.

Il nuovo affondo di Trump contro Maduro

Intanto, dal fronte politico internazionale, Donald Trump ha dichiarato in un’intervista a Politico che «Maduro ha i giorni contati», evocando la possibilità di nuove azioni militari di terra e senza escludere — per la prima volta — interventi anche in Messico e Colombia nel quadro della sua campagna contro il narcotraffico.

LEGGI Dall’ordine agli ordini: il cesarismo fragile di Trump stravolge la diplomazia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EDICOLA