Scattata la chiusura degli uffici federali: migliaia di dipendenti senza stipendio. Al Congresso scontro coi dem sui tagli a Medicaid
WASHINGTON – Dalla mezzanotte di mercoledì (le 6 in Italia) gli Stati Uniti sono ufficialmente entrati in shutdown: il finanziamento al governo federale è stato interrotto dopo il fallimento dell’ennesimo voto al Senato. È la prima paralisi amministrativa dal 2019 e rischia di lasciare senza stipendio centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, con gravi ripercussioni su servizi essenziali e vita quotidiana dei cittadini. Si tratta di una situazione impopolare negli Usa, ogni partito incolp l’altro. I democratici “vogliono chiudere tutto, noi no”, ha detto il presidente americano.
Lo scontro sulla Sanità
Se sette anni fa lo scontro era stato sul muro al confine con il Messico, questa volta il nodo è la sanità. I democratici chiedono di prorogare i sussidi Obamacare in scadenza e di cancellare i tagli a Medicaid approvati la scorsa estate come parte della riforma fiscale di Trump del One Big Beautiful Bill. I repubblicani hanno presentato un piano temporaneo per finanziare il governo fino al 21 novembre, ma il testo è stato bocciato con 55 voti contrari e 45 favorevoli, al di sotto dei 60 necessari.
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I senatori John Fetterman della Pennsylvania e Catherine Cortez Masto del Nevada sono stati gli unici dem a rompere con il loro partito e votare a favore. Su Truth Karoline Leavitt ha poi scritto: “I democratici stanno punendo i propri elettori per combattere in favore degli immigrati clandestini. Pensateci… Squilibrati”, ha attaccato ancora. Anche la controproposta democratica – estendere i fondi fino a fine ottobre con oltre mille miliardi di dollari aggiuntivi per la Sanità – è stata respinta, 53 a 47.
Democrats are shutting down the federal government because President Trump won’t force taxpayers to pay for free health care for illegal aliens.
— Karoline Leavitt (@PressSec) September 30, 2025
Just think about that…
Democrat elected representatives are punishing their own constituents to fight for illegals.
Deranged. pic.twitter.com/tkp2evE7PA
Dopo il voto fallito, il direttore del budget della Casa Bianca Russell Vought ha ordinato alle agenzie federali di applicare i “piani di chiusura ordinata”. Per Trump dallo shutdown, ha detto, “può venire anche qualcosa di buono”, come il taglio di programmi “cari ai democratici” e la riduzione di personale federale “inutile”.
Dal fronte opposto, i democratici hanno ribadito che il presidente sarà ritenuto responsabile dagli americani per il rincaro delle assicurazioni sanitarie. “Se fosse intelligente, il presidente farebbe di tutto per risolvere la crisi sanitaria subito”, ha dichiarato Chuck Schumer, leader della minoranza al Senato. “Quando le famiglie vedranno aumenti da 400, 500, 600 dollari al mese nelle loro polizze, sapranno chi accusare”.
Le conseguenze per gli americani
Secondo le stime del Congressional Budget Office, senza la proroga dei crediti fiscali di Obamacare circa 4 milioni di persone perderanno la copertura sanitaria già dal prossimo anno, e altre 20 milioni vedranno crescere i costi delle polizze. Entro il 2034, fino a 10 milioni di americani rischiano di rimanere senza assicurazione sanitaria a causa dei tagli voluti dai repubblicani. Lo stallo è destinato a proseguire. Entrambi i partiti hanno mostrato scarsa disponibilità al compromesso. E mentre Trump sembra pronto a utilizzare la crisi come arma politica, i democratici ritengono di avere l’opinione pubblica dalla loro parte sulla sanità, tema tradizionalmente favorevole nei sondaggi.