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Via libera a Giani. Tra Schlein e Conte prove di convivenza

Giani Toscana

Non è un matrimonio. Ma provano a convivere. Con tutte le incertezze del caso. Come diceva Cesare Battisti, lo scopriremo solo vivendo. E così il progetto “ostinatamente unitario” che Elly Schlein, segretaria del Pd, coltiva nonostante tutto prende forma e consistenza. Il Movimento 5 Stelle toscano ha votato e ha dato via libera all’alleanza con il centrosinistra in Toscana, Eugenio Giani è il candidato della coalizione e si voterà il 12-13 ottobre. A questo punto, già sdoganata l’alleanza nella Marche e la candidatura di Matteo Ricci, resta da ufficializzare quella di Roberto Fico in Campania con tutte le derivate del caso e con Vincenzo De Luca che prova a tenere il banco e che dovrà fissare la data del voto in quanto presidente uscente. C’è ancora un po’ da discutere in Puglia e questa volta ad alzare il dito è il più votato di sempre del Pd, l’ex sindaco di Bari e presidente dell’Anci nonché eurodeputato Antonio De Caro: non vuole in lista Emiliano e storce il naso su Nichi Vendola. Dovrà accettare entrambi, alla fine.

Si è aperta la finestra Calabria con le dimissioni anticipate di Roberto Occhiuto e la sua immediata candidatura. Che sembra blindata ma non si sa mai perchè il fuoco amico, specie di Forza Italia, è imprevedibile. Occhiuto lo sa bene. «Ci faremo trovare pronti anche qui» promette Elly Schlein. Il centrosinistra non aveva calcolato la mossa del cavallo di Occhiuto e non immaginava le urne. Su cui stanno facendo i propri conti sia i 5 Stelle (Conte ha in mente l’ex presidente dell’INPS Tridico anche lui europarlamentare) e Avs, che rivendica un proprio candidato («siamo parte dell’alleanza e dobbiamo poter esprimere anche noi un candidato») e pensa all’ex sindaco Mimmo Lucano che aveva fatto di Riace, in Calabria, un modello di accoglienza ma proprio per questo ha passato i suoi guai (giudiziari) finendo alla fine assolto. L’aria che tira è che il Pd potrebbe lasciare via libera ad un candidato di coalizione.

Quella della Toscana era una notizia attesa ma il suo significato va oltre i confini regionali. Il governatore uscente gode di un consenso molto alto, per cinque anni ha avuto i 5 Stelle all’opposizione e il gradimento del partito di Conte nella regione (tra il 5 e il 7%) è giudicato irrilevante ai fini della vittoria. Eppure Giani si è munito di santa pazienza e ha atteso per mesi che il Movimento compisse il suo percorso interiore e interno per poterli accogliere nella coalizione. «Proprio perchè questi voti non sono decisivi – ha sempre spiegato il governatore – ho sempre creduto che la Toscana potesse essere un laboratorio e un test utile per sondare la serietà del progetto del centrosinistra unito a livello nazionale». Modello Toscana, insomma.

Il via libera è arrivato lunedì sera con il voto on line. Su 5.202 aventi diritto (questi i numeri in Toscana) ha votato solo il 49%, meno di uno su due. Le urne raccontano di un partito dilaniato (come lo è stato nelle Marche dove Conte sia è speso molto per spiegare e ascoltare). Tra i votanti, 1.030 hanno chiesto che il Movimento andasse da solo perchè «dopo cinque all’opposizione non avrebbe senso adesso cambiare strada». Solo 1538 hanno detto sì. Uno scarto di appena 508 voti. E infatti Conte lascia come sempre una porta aperta. Del resto «l’alleanza non è strutturale». Il mandato, ha precisato Conte, è “per verificare con rigore che siano rispettate le condizioni che la comunità territoriale ha ritenuto prioritarie per sottoscrivere un accordo”.

Infatti i 5 Stelle chiedono un accordo scritto “che integri tutti i progetti e gli obiettivi strategici”. Ad esempio acqua pubblica, reddito di cittadinanza regionale e no ad ogni ipotesi di termovalorizzatore. Messa così non pochi nel Pd toscano alzano ciglio e sopracciglia. Ma ora è il momento di chiudere e far partire la campagna elettorale (che in realtà Giani ha iniziato da mesi non solo perchè così hanno deciso i circoli del Pd pur senza il via libera del Nazareno ma perchè sarebbe anche stato pronto a correre con una lista propria). Il presidente uscente, 66 anni di cui 35 in politica, è un diplomatico nato ed è esperto degli infiniti giri della politica. In Toscana la coalizione comprende da Avs ad Azione passando per Italia Viva. Sarà molto interessante capire, una volta vinto, come evolverà la convivenza in prospettiva di un patto nazionale. Il candidato della destra, il Fratello d’Italia e sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, promette di “scardinare un sistema di potere vecchio di oltre cinquant’anni”.

Anche in Campania (dove ieri Calenda ha buttato fuori da Azione il consigliere regionale Di Fenza perchè ha fatto un video con la tiktoker Rita De Crescenzo) i giochi sono fatti per la grande alleanza di centrosinistra. La sintesi è questa: Vincenzo De Luca, a cui è stato impedito il terzo mandato, accetterà di passare il testimone a uno “che non ha mai lavorato in vita sua” (cioè, Roberto Fico) a condizione che il Pd campano sia affidato al figlio Piero, di avere uno/due assessori di area. Ancora balla l’idea di una lista De Luca nella coalizione.

Attenzione però: il governatore uscente attende di capire cosa succede in Veneto al suo omologo Zaia. Eh già, il Veneto: il buco nero del centrodestra che sarà risolto, forse, a fine agosto. È chiaro che se Zaia dovesse “beneficiare” di rinvii o deroghe, De Luca Vincenzo, governatore in carica della Campania, farà sentire le sue campane.

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