In piazza anche a Gerusalemme. Le associazioni pro-ostaggi annunciano la protesta per domenica 17
TEL AVIV – Almeno 60mila israeliani hanno manifestato sabato sera a Tel Aviv. Ma per la prima volta appaiono significative anche le manifestazioni antigovernative a Gerusalemme, considerata fino a oggi una città conservatrice. Un gruppo di attivisti è riuscito a interrompere Il “Grande Fratello” live in tv (vedi foto): indossavano una t-shirt con la scritta in solidarietà con Gaza. Vengono annunciate anche all’interno dell’esercito clamorose forme di protesta. Questi i primi effetti dopo l’annuncio del nuovo piano di Netanyahu per l’invasione di Gaza, che ha scatenato anche ferme reazioni internazionali.
Sabato sera decine di migliaia di persone si sono ritrovate in quella che è stata rinominata ‘Piazza degli Ostaggi’ dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Slogan pesantissimi contro il governo, i manifestanti hanno così risposto all’appello del Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani. Hanno esposto cartelli e foto degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e dei gruppi affiliati a Gaza, chiedendo al governo Netanyahu di garantirne il rilascio.
Varie associazioni hanno annunciato per domenica prossima, 17 agosto, uno sciopero generale. “Ci fermeremo tutti domenica prossima e diremo: ‘Basta, fermate la guerra, riportate a casa gli ostaggi’. È nelle nostre mani”, ha dichiarato in conferenza stampa a Tel Aviv Reut Recht-Edri, madre di Ido Edri, ucciso da Hamas al festival musicale Nova, riporta il Times of Israel. Anat Angrest, madre dell’ostaggio Matan Angrest, ha denunciato la decisione di entrare nella citta’ densamente popolata, affermando che “in pratica lo stanno mettendo in pericolo” e ricordando l’uccisione di sei ostaggi lo scorso settembre in un tunnel, quando le truppe israeliane si avvicinavano alla loro posizione. Secondo Angrest, “decine di ostaggi rapiti vivi sono stati uccisi in prigionia a causa della pressione militare”.
Lo sciopero, organizzato dall’October Council, ha ricevuto il sostegno di esponenti dell’opposizione, tra cui l’ex premier Yair Lapid, che ha definito la mobilitazione “giustificata e meritevole”, e Yair Golan, leader dei Democratici, che ha invitato “tutti i cittadini di Israele” a partecipare. Manca invece l’adesione della federazione sindacale Histadrut, esclusa per decisione di un tribunale di Tel Aviv dal promuovere scioperi su questioni considerate politiche.