Il leader che solo pochi anni fa figurava nella lista dei terroristi più ricercati da Washington. non è stato accolto sul prato della Casa Bianca, ma è entrato da un ingresso laterale
Per la prima volta nella storia delle relazioni tra Stati Uniti e Siria, un capo di Stato siriano è stato ricevuto alla Casa Bianca.
Il presidente Ahmed al-Sharaa, ex leader ribelle che solo pochi anni fa figurava nella lista dei terroristi più ricercati da Washington, ha incontrato Donald Trump, che ha annunciato la revoca temporanea delle sanzioni economiche contro Damasco.
L'APPROFONDIMENTO di F. Sangalli
Nonostante la portata storica dell’incontro, l’accoglienza è stata insolitamente sobria. Al-Sharaa non è stato accolto sul prato della Casa Bianca, ma è entrato da un ingresso laterale, segnale delle persistenti cautele dell’amministrazione verso un leader fino a poco tempo fa considerato un nemico.
Al-Sharaa è salito al potere dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, rovesciato nel dicembre scorso da una coalizione di ribelli da lui guidata, ponendo fine a oltre cinquant’anni di dittatura della famiglia Assad. Da allora, il nuovo leader ha cercato di accreditarsi come statista, impegnato nella ricostruzione di un Paese devastato da oltre un decennio di guerra civile.
Il cambio di rotta americano
Trump ha elogiato pubblicamente il presidente siriano:
«Vogliamo vedere una Siria di successo, e credo che questo leader possa riuscirci. Tutti abbiamo un passato difficile».
Con il nuovo accordo, Washington ha concesso esenzioni parziali dalle sanzioni e ha proposto di abrogare il Caesar Syria Civilian Protection Act, la legge del 2019 che imponeva le misure economiche più severe contro Damasco. È stata inoltre autorizzata la riapertura dell’ambasciata siriana nella capitale americana, limitatamente alle attività di sicurezza, antiterrorismo e cooperazione economica.
Nonostante il sostegno di Trump, restano forti perplessità al Congresso sul processo di transizione siriano. Alcuni parlamentari denunciano nuovi episodi di violenza settaria e accuse di concentrazione del potere nelle mani del presidente e del suo entourage. La settimana scorsa, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la rimozione di al-Sharaa dalla lista nera del terrorismo, su spinta americana, consentendogli di viaggiare liberamente.
La nuova Siria di al-Sharaa
Da quando ha preso il potere, al-Sharaa ha intrapreso un tour diplomatico nei Paesi del Golfo per attrarre investimenti. A settembre ha parlato all’Assemblea generale dell’ONU, primo presidente siriano a farlo in sessant’anni; a ottobre ha incontrato Vladimir Putin al Cremlino per discutere di energia e infrastrutture; a novembre ha partecipato al vertice sul clima in Brasile, invitando investimenti nelle energie rinnovabili.
Siria nella coalizione anti-Isis
Durante l’incontro, la Siria ha annunciato l’adesione alla coalizione internazionale contro l’Isis, ancora attivo in alcune aree del Paese. Analisti ritengono che questa mossa rafforzi il legame tra Damasco e Washington, ma avvertono che la stabilità interna rimane fragile e che il rischio di una nuova frammentazione non è escluso.










