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Sinner, Cobolli, Sonego: a Wimbledon attacco a tre punte del tennis

Da sinistra: Lorenzo Sonego, Jannik Sinner e Flavio Cobolli

Non si fanno pronostici. Qualche valutazione tecnica però è concessa. E ci facciamo aiutare da Paolo Bertolucci e Renzo Furlan

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Ebbri di tennis, ci aspetta oggi un lunedì da leoni all’Aeltc di Church road, casa degli Championships. La sfida è avere tre italiani nei quarti a quel punto però con un derby azzurro assicurato tra Sinner e cuor-di-leone Sonego. Ma stiamo con i piedi in terra. anzi, nell’erba. Jannik Sinner contro Dimitrov sul campo Centrale è il terzo incontro (verso le 19-20 in Italia) dopo un singolare maschile (Djokovic-De Minaur) e uno femminile (Andreeva-Navarro).

Lorenzo Sonego se la vedrà con bum-bum Shelton sul Campo n.1 come secondo incontro a partire dalle tredici (prima c’è un femminile). Flavio Cobolli invece apre il programma (ore 11) suk campo numero 2. Tre italiani in campo negli ottavi di finale dello Slam è un record che ha appena aggiornato il Compendium di Wimbledon, il volume rigorosamente verde e viola – i colori del torneo – che conserva tutti i numeri e i record delle 138 edizion del torneo più antico e più affascinante del Circuito.

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Scaramanzia vorrebbe che non si facessero pronostici. Qualche valutazione tecnica però è concessa. E ci facciamo aiutare da due big del tennis, Paolo Bertolucci e Renzo Furlan entrambi qui a Wimbledon come commentatori di Sky tennis. L’ex Davis man che ha scoperto una second live con il podcast “La telefonata”, dialogo semiserio sul tennis con Adriano Panatta, colloca Sinner e Alcaraz su “un altro pianeta accessibile solo eccezionalmente agli altri giocatori”.

E così dicendo ci dice anche cosa ne pensa del match Sinner-Dimitrov: “Il bulgaro ha un gioco troppo pulito e al tempo stesso leggero per impensierire il nostro”. Come insider possiamo aggiungere, su suggerimento di Renzo Furlan, che ieri mattina nella sessione di allenamento ad Aorangi park, Sinner ha allenato molto le palle in back, sia sul rovescio che sul diritto: il back è infatti un colpo che Dimitrov sa fare molto bene e sull’erba è un colpo sempre molto efficace.

Cobolli ha il suo match della verità contro l’ex numero 3 del mondo Marin Cilic. Il croato, 37 anni a settembre, vincitore degli Us Open nel 2014 e finalista a Wimbledon nel 2017, non vince da due anni e tra vari infortuni, il più grave al menisco, era uscito dal top cento per tornarci dopo aver passato le qualificazioni a Parigi e il primo turno del main draw.

Jannik Sinner e Lorenzo Sonego

Qui a Wimbledon è il secondo giocatore più anziano dopo Djokovic ma sta ritrovando una forma altissima. Al secondo turno ha battuto in quattro set la testa di serie numero 4 ed eroe nazionale Jack Draper e in quella partita si è rivisto il finalista del 2017. Non solo: oltre al servizio ritrovato, il croato di Medjugorije sembra muoversi quasi meglio di prima sull’erba. Un avversario da non sottovalutare giocatore ha rischiato di uscire dalla top cento. A Parigi, assolutamente perchè la sua classifica (83) è vieppiù bugiarda.

Cobolli, che è un top trenta e quando Cilic vinceva faceva i tornei junior, lo sa bene. Con grande umiltà l’altro giorno ha detto: “Dio non mi ha dato il servizio ma mi ha dato le gambe. E poi Cilic l’avete visto tutti come ha battuto Draper”. Secondo Bertolucci il fatto che Cilic “non vinca da due anni peserà nel match mentre Cobolli in questi due anni da giocatore è diventato un tennista che rende molto bene su tutte le superfici”. La chiave del match sarà quella di riuscire a rispondere e di farlo stare il più possibile nello scambio. Tra i due ci sono quindici anni di differenza. Ma non sempre è un handicap.

E poi Sonego. A lui il tabellone ha riservato il terzo incontro della stagione contro Ben Shelton, testa di serie numero 10. I precedenti sono a favore di bum-bum-Ben. “Ho giocato tante volte con lui, ho perso è vero ma credo di avere le idee più chiare su cosa fare” ha detto Sonego. Sicuramente stargli addosso nel punteggio, tenerlo in fondo il più possibile e poi “sperare – aggiunge Bertolucci -che la tensione nervosa semini dubbi nel ragazzone di Atlanta” che ha la stessa età di Cobolli. Certo, per Sonego sarà fondamentale il recupero fisico.

“I cinque set di sabato non sono facili da assorbire a trent’anni – osserva Furlan – sappiamo però che Lorenzo ce le metterà tutta perchè quel ragazzo ha un cuore enorme”. La queue, la tipica coda di Wimbledon, che da a Southfields corre dentro Wimbledon park per assicurare ai primi 500 i posti nella piccionaia del Centrale e a tutti gli altri, parliamo di migliaia, l’ingresso al Club, ieri pomeriggio parlava già in prevalenza italiano. E siamo sicuri che sul Campo numero 1 Lorenzo sarà l’underdog per cui tifare.

Tutto questo accade oggi, nella parte alta del tabellone. In quella “bassa”, sono già ai quarti dove Alcaraz, Fritz e Khachanov e Norrie che a 29 anni tiene alto l’orgoglio britannico.
Paolo Bertolucci dice che “Sinner e Alcaraz giocano ormai un tennis non confrontabile con altri giocatori”. E’ un modo come un altro per dire che la finale domenica prossima sarà ancora tra questi due ragazzi che poco più di un mese fa hanno lottato per oltre cinque ore nella finale più lunga della storia del Roland Garros.

Bertolucci si ascolta e non si contesta. E però tra i campi di Church road gira un signore che si chiama Nole Djokovic. Sabato ha vinto la sua centesima partita agli Championships. Gioca bene, leggero, sembra felice, è qui con la famiglia, passa il tempo anche a giocare con il figlio Stefan (9 anni), non ha più niente da dimostrare. E’ già il Goat. Ma nella testa punta al 25° slam.

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