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Strage del bus a Mestre, chiusa l’inchiesta: sette dirigenti indagati

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La Procura verso l’archiviazione per l’ad de La Linea. Nel crollo morirono 22 persone e 14 rimasero ferite


La strage del bus a Mestre compie un passo decisivo sul fronte giudiziario. La Procura di Venezia ha formalizzato la chiusura dell’inchiesta a carico di sette dirigenti del Comune, accusati a vario titolo di omicidio colposo, lesioni colpose e stradali, oltre che di crollo colposo.

La tragedia dell’ottobre 2023, quando un bus elettrico precipitò dal cavalcavia tra Mestre e Marghera, provocò 22 morti e 14 feriti, resta una delle più gravi nella storia recente del Paese.

L’ad Fiorese verso l’archiviazione

Nel documento di chiusura delle indagini non figura Massimo Fiorese, amministratore delegato della società di trasporto La Linea, che gestiva il mezzo precipitato. La sua esclusione dall’avviso fa ritenere che la Procura possa avanzare una richiesta di archiviazione, pur non essendo ancora formalizzata.

Gli investigatori avevano analizzato manutenzione, procedure aziendali, protocolli di sicurezza e condizioni operative del servizio, ma secondo quanto emerge, gli elementi a carico dell’ad non sarebbero sufficienti per sostenere l’accusa in aula.

Le accuse ai sette dirigenti comunali

I tecnici e i dirigenti del Comune di Venezia finiti nel registro degli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose, lesioni stradali e crollo colposo.

Secondo la Procura, avrebbero avuto responsabilità nella mancata messa in sicurezza del tratto stradale e nella gestione del cavalcavia da cui il bus è precipitato. La strage del bus a Mestre avrebbe dunque radici non solo nella dinamica del mezzo, ma anche in presunte negligenze nella gestione delle infrastrutture.

Una tragedia che ha segnato il Paese

La sera del 3 ottobre 2023, il mezzo elettrico diretto al campeggio Hu di Marghera sfondò il guardrail del cavalcavia e cadde per oltre dieci metri, prendendo fuoco dopo l’impatto. Una dinamica devastante che causò la morte di turisti e cittadini di diverse nazionalità, con immagini e testimonianze che fecero il giro del mondo.

La strage del bus a Mestre riaccese il dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture e sulla manutenzione delle reti viarie nelle grandi aree urbane.

I prossimi passaggi

Con la notifica della chiusura indagini, gli indagati potranno ora depositare memorie difensive o chiedere nuovi atti istruttori. La Procura, successivamente, deciderà se chiedere il rinvio a giudizio. La città attende risposte chiare, i familiari delle vittime che nessuna responsabilità venga trascurata.

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