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Ucraina, media: “Salta l’incontro tra Witkoff-Kushner e Zelensky”

Il punto sulla crisi: diplomazia in stallo, pressioni militari e la svolta energetica Ue. Dan Jorgensen: «Finalmente chiudiamo il rubinetto del gas russo». Ursula von der Leyen: «Giornata storica»


Il Cremlino alza i toni. Vladimir Putin avverte che «se l’Europa vuole la guerra, la Russia è pronta», dopo il lungo faccia a faccia al Cremlino con Steve Witkoff e Jared Kushner, arrivati da Washington per sondare possibili vie e sbloccare il negoziato sulla guerra. Putin li ha fatti attendere tre ore prima di riceverli.

Fonti americane parlano di «qualche progresso», ma il contesto resta instabile. E la guerra continua, Mosca solo nella notte, come ha fatto sapere, ha abbattuto 102 droni ucraini.

L’incontro saltato con Zelensky

Era necessario ma il meeting di Bruxelles tra Volodymyr Zelensky e gli inviati Usa non ci sarà.
Il Kyiv Post riferisce che Witkoff e Kushner sono rientrati d’urgenza a Washington, come promesso a Putin dopo il colloquio al Cremlino. Le ragioni ufficiali dell’annullamento non sono state diffuse, mentre la Tass cita un controllore europeo secondo cui l’aereo dei due emissari avrebbe addirittura sorvolato l’Europa entrando nottetempo nello spazio aereo canadese. Zelensky sta tornando a Kiev.

Il fronte euro-atlantico si muove con prudenza

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani definisce «prematuro» parlare dell’acquisto di armi Usa per Kiev nell’ambito dell’iniziativa Purl. L’auspicio è che un accordo renda superflue ulteriori forniture, «perché se c’è un cessate il fuoco, le armi non serviranno più».

Tajani riconosce che la fermezza della Bce complica la possibilità di usare i beni russi congelati per sostenere Kiev. «Serve uno studio giuridico approfondito», afferma, valutando anche le implicazioni per la stabilità dell’eurozona. Politicamente l’Italia, come altri Paesi, resta favorevole: il nodo è capire se sia legale e sostenibile.

a linea della Nato

Per il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, se i colloqui non porteranno risultati concreti sarà indispensabile continuare «con armi e sanzioni» per mantenere la pressione su Putin. L’avvio del processo diplomatico è positivo, sostiene, «ma il sostegno militare deve continuare finché necessario».

L’Europa chiude al gas russo

L’Ue compie una svolta storica: Consiglio, Parlamento e Commissione hanno raggiunto l’accordo per eliminare gradualmente le importazioni di gas russo, segnando la fine della dipendenza energetica da Mosca. Il nuovo regolamento prevede: stop totale al GNL russo dalla fine del 2026; stop al gas via gasdotto dall’autunno 2027. Ursula von der Leyen parla di «giornata storica», mentre la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola sottolinea che la decisione «colpisce al cuore il finanziamento della guerra russa». «Finalmente chiudiamo il rubinetto del gas russo», commenta il commissario Dan Jorgensen.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen
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