Il feretro accolto dal trofeo della Coppa Davis ’76, fiori biancazzurri, immagini sul maxi schermo e le sue amate note di Aznavour. Presenti familiari e il presidente del Coni Buonfiglio
La camera ardente di Nicola Pietrangeli si è aperta poco prima delle 9, nel campo del Foro Italico che porta il suo nome. Ad accompagnare l’ingresso del feretro, le note di Charles Aznavour, un maxi schermo con le immagini della sua carriera, composizioni di fiori biancoazzurri e il trofeo della Coppa Davis del 1976, vinta da capitano: un simbolo che lo ha accompagnato per tutta la vita.
«Tutto come voleva lui. Il posto e le musiche sono quelle», racconta commosso il figlio Marco Pietrangeli, ricordando quanto il padre fosse legato alla maglia azzurra. «Si è commosso per l’ultima Davis vinta. Per lui rappresentare l’Italia era fondamentale».
Sulle condoglianze in forma privata di Sinner, Marco aggiunge soltanto di «non aver guardato».
Il saluto del mondo dello sport
Tra i primi ad arrivare per l’ultimo omaggio c’è il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio. «Va via la storia, e storie come le sue non muoiono mai», ha dichiarato.
«Pietrangeli ci ha lasciato un messaggio del quale tutti dovremmo renderci conto».











