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Raid israeliano a Rafah: uccisi cinque miliziani usciti dai tunnel

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L’Idf parla di minaccia imminente. Netanyahu condiziona la riapertura del valico. Tensione in Cisgiordania: due adolescenti uccisi


L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito un gruppo di cinque miliziani usciti da un tunnel nella zona orientale di Rafah, lungo la cosiddetta Linea Gialla. Secondo l’Idf, i combattenti si stavano avvicinando alle truppe e rappresentavano “una minaccia imminente”, motivo per cui è stato ordinato l’attacco aereo.

La rete sotterranea e gli uomini ancora nascosti

Nei tunnel di Rafah, riferiscono fonti israeliane, rimarrebbero asserragliati circa 150 miliziani di Hamas. La rete sotterranea è considerata uno dei principali nodi strategici del movimento islamista e uno dei bersagli centrali delle operazioni militari.

Il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il valico di Rafah verrà riaperto soltanto dopo il recupero degli ultimi tre ostaggi deceduti rimasti nella Striscia.

“Siamo molto vicini al completamento del processo”, ha dichiarato ai media israeliani. Una volta riaperto il passaggio, Netanyahu ha affermato che sarebbe “felice di vedere l’Egitto permettere a qualsiasi abitante di Gaza che desideri andarsene di farlo, un diritto negato fino a oggi”.

Due adolescenti uccisi in Cisgiordania

Il ministero della Salute palestinese ha denunciato la morte di due ragazzi — Amr Khaled al-Marboua, 18 anni, e Sami Ibrahim Mashaikha, 16 — durante un’operazione delle forze israeliane a Kafr Aqab, a nord di Gerusalemme.
Secondo l’agenzia Wafa, i militari avrebbero preso d’assalto la cittadina, dispiegato unità di fanteria lungo le strade e posizionato cecchini sui tetti prima di aprire il fuoco sui giovani del quartiere.

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