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Casa del Jazz, spunta la botola: c’è una galleria. Morto ex capo delle indagini

SCAVI

Proprio in questi giorni è morto Rodolfo Ronconi, capo della Squadra mobile di Roma nel 1994, anno della scomparsa di Adinolfi, e titolare di quell’indagine

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Alla Casa del Jazz, dopo giorni di scavi, un nuovo passo in avanti: la botola nascosta indicata da alcuni testimoni c’è. Porta a una galleria sotterranea, anch’essa individuata.

E mentre si continua  a lavorare con il georadar per cercare eventuali altre cavità sotterranee, si aspetta che lunedì  arrivi una trivella da utilizzare al posto della ruspa, per scavare – meteo permettendo – proprio nei pressi della galleria, che per la conformazione del terreno è a forte rischio crollo.

Morto Ronconi, fu a capo delle indagini nel ’94

Proprio nei giorni in cui proseguono gli scavi sul terreno dell’ex Villa Osio, alla ricerca del corpo del giudice Paolo Adinolfi – ma anche di armi, preziosi, documenti e qualcuno ipotizza dei resti di Emanuela Orlandi – muore Rodolfo Ronconi, capo della Squadra mobile di Roma proprio nel 1994, anno della scomparsa di Adinolfi,  e titolare delle indagini scattate subito dopo la denuncia di scomparsa presentata dai famigliari del magistrato.

Il prefetto – deceduto ieri a Roma e i cui funerali si terranno domani, 21 novembre, alle 16,30, nella chiesa romana di Santa Maria Immacolata all’Esquilino – già insignito nel 1993 dell’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica italiana, ha ricoperto tra gli altri l’incarico di direttore centrale Servizi Antidroga e, ancora prima, di direttore del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia. Ha concluso la sua carriera come direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia di Frontiera, nel 2013.

Le ricerche e la Banda della Magliana

Le ricerche alla Casa del Jazz si stanno concentrando da diversi giorni sull’area che in passato fu nella disponibilità di Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della Banda della Magliana, e sono iniziate a poco più di un mese dall’arresto del figlio, Massimo Nicoletti, 61 anni, considerato specializzato nei prestiti a usura, catturato il 9 ottobre scorso dai carabinieri in un appartamento di Tor Tre Teste dopo essersi reso irreperibile da luglio.

Massimo era tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Assedio” della Direzione Investigativa Antimafia e ha precedenti di polizia per traffico di droga, usura, estorsione.  Nel 2017 gli fu sequestrato anche un tesoro di 5 milioni di euro. Tra i beni anche 42 immobili a Vermicino, nella periferia est della Capitale.




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