Alice ed Ellen Kessler sono morte a 89 anni con il suicidio assistito. Una scelta pianificata nei dettagli, un patto di vita e di morte, e un testamento che le racconta
Erano l’una la famiglia dell’altra. Alice ed Ellen Kessler hanno vissuto tutto insieme e insieme sono morte a 89 anni per suicidio assistito. Sono state simbolo di forza, rivoluzione culturale, specchio di un mondo partito in bianco e nero, diventato colori, biondo platino, specchiato, finito con un flash forte come la loro ultima scelta, radicale e consapevole. Sono state libere le Kessler, fino alla fine.
Da anni vivevano ritirate a Gruenwald, in due appartamenti confinanti con una parete scorrevole che li univa. Lì la polizia bavarese le ha trovate, confermando il suicidio assistito senza responsabilità esterne.
La decisione del suicidio assistito
L’Associazione tedesca per una morte dignitosa ha spiegato che le sorelle erano seguite da tempo: in Germania il suicidio assistito è consentito agli adulti capaci di agire. Avevano programmato tutto con precisione, anche la data.
La procedura e la scelta consapevole
Le gemelle Kessler avevano avviato anni fa il percorso con la Dghs, l’associazione tedesca che segue il suicidio assistito. Un legale e un medico avevano verificato che la loro decisione fosse libera, responsabile e maturata nel tempo, come richiesto dalla legge tedesca.
Il 17 novembre, giorno scelto per morire insieme, i due professionisti erano presenti. Il medico ha preparato l’infusione, ma sono state le sorelle ad azionare la valvola, come previsto dalla procedura. Prima della dose finale è stato effettuato un test e richiesto un ultimo consenso.
La morte sopraggiunge rapidamente per arresto cardiaco e, una volta accertata, viene avvisata la polizia. In Germania, per escludere l’intervento di terzi, si raccolgono spesso testimonianze o video. Secondo la Dghs, la scelta delle Kessler potrà contribuire a far conoscere la possibilità di morire con dignità anche nel proprio Paese.
Una sepoltura impossibile
La disposizione più sorprendente riguardava la sepoltura: avevano chiesto di riposare nella stessa urna, con le ceneri mescolate tra loro, quelle della madre e del barboncino Yello. Una specie di famiglia allargata. Ma in Baviera è vietato mettere due persone nella stessa urna, e vietato seppellire animali nei cimiteri. Le ceneri della madre sono già nel cimitero di Gruenwald. È quindi probabile che nei prossimi giorni saranno collocate due urne separate.
Ben diverso il destino del padre, con il quale non avevano alcun rapporto: le sue ceneri furono disperse nel Mar Baltico nel 1979. Nate nel 1939 in Sassonia, erano fuggite anche da lui a 16 anni dalla Ddr verso l’Occidente per costruire una carriera libera. Da bambine avevano conosciuto la violenza domestica del padre alcolista. Non concepivano l’idea di un’esistenza spezzata, di una vecchiaia senza autonomia. Non consideravano vita un’esistenza attaccata alle macchine. Avevano deciso di aiutarsi a lasciare il mondo, qualora necessario.
“Se succede a una, l’altra stacca la spina”
Il quotidiano Abendzeitung ha ricevuto il giorno dopo la morte la disdetta dell’abbonamento: la lettera, scritta da Alice e poi corretta a mano, è l’ultimo autografo delle Kessler. Una linea netta, “audace e lunga”””.

Il testamento
Senza partner né figli, le Kessler avevano deciso da anni di destinare il patrimonio alla beneficienza. In un primo momento la scelta era caduta su Medici Senza Frontiere per poi ampliarsi fino a comprendere: Christoffel Blind Mission, Unicef, Paula Klinger Artists’ Social Welfare Organization e la Fondazione tedesca per la protezione dei pazienti. Una scelta che viene da lontano. Kessler avevano accettato di essere il volto di una campagna di raccolta fondi testamentari nel 2014 in tv. La Christoffel Blind Mission, invece, sostiene persone con disabilità visiva o motoria. Mentre Gut Aiderbichl si occupa di salvare animali in difficoltà.

Gli ultimi riconoscimenti pubblici
Lo scorso luglio avevano ricevuto l’ordine al merito bavarese. E il 24 ottobre erano apparse alla première dello spettacolo “ARTistART” del circo Roncalli a Monaco. Un’uscita pubblica che oggi appare come un ultimo saluto, ancora una volta insieme.










