Ancora dubbi dei magistrati contabili sulla grande infrastruttura che dovrebbe nascere fra Calabria e Sicilia. Fra trenta giorni le motivazioni
Nuovo stop della Corte dei conti per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La magistratura contabile ha infatti oggi negato il visto di legittimità al III atto aggiuntivo relativo alla convenzione tra il Mit e la societa’ Stretto di Messina, relativa al Ponte sullo Stretto. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita deliberazione, aggiunge la nota. Viene quindi messa in discussione la convenzione del Ministero con la società “Ponte sullo Stretto”.
A fine ottobre, la Corte dei Conti aveva gia’ deciso di non registrare la delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto (foto). I due atti sono connessi. Nella prima risoluzioni sono contenuti dubbi sulla sostenibilità economica e ambientale dell’opera, a fine mese le motivazioni.
Ecco il testo completo della nota dei magistrati contabili: “La sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza di oggi, 17 novembre 2025, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il decreto del 1 agosto 2025, n. 190, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, adottato ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’. Approvazione III atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la società Stretto di Messina spa. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita deliberazione”.
Le prime reazioni politiche. Questa volta il ministro Matteo Salvini usa toni soft, a differenza di quanto è accaduto a fine ottobre. “Nessuna sorpresa: e’ l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono gia’ al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”. Dal centrosinistra, il verde Angelo Bonelli invita il governo a fermarsi. “Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un’opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio. Sono pronto a denunciare il governo anche alla Procura europea se dovesse insistere”.









