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Urbanistica, Cassazione annulla interdittiva per Tancredi. Catella, “no ad arresto”

Revoca degli arresti anche per Scandurra e Bezziccheri. L’inchiesta sull’urbanistica milanese perde tasselli mentre proseguono gli altri procedimenti per abuso edilizio e falso


La Cassazione ha annullato le misure interdittive nei confronti di Giancarlo Tancredi, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, dell’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e del manager Federico Pella.

La Suprema Corte ha infatti accolto i ricorsi delle difese contro i provvedimenti del Riesame che, lo scorso agosto, avevano riconosciuto – pur riqualificando l’accusa da “contraria ai doveri d’ufficio” a “impropria con vendita della funzione” – il reato di corruzione contestato dalla Procura milanese nell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica cittadina.

La decisione odierna smonta quindi un altro tassello della maxi indagine, nella quale la Corte aveva già preso posizione su un capitolo parallelo.

Cassazione: “Catella non va arrestato”

Sempre nell’ambito della stessa inchiesta, la Cassazione ha respinto il ricorso della Procura di Milano e confermato le revoche delle misure cautelari disposte dal Tribunale del Riesame nei confronti di:

  • Manfredi Catella, Ceo di Coima
  • Alessandro Scandurra, architetto e membro della Commissione paesaggio
  • Andrea Bezziccheri, patron di Bluestone, unico inizialmente finito in carcere.

La sesta sezione penale della Suprema Corte ha dichiarato “inammissibile” l’impugnazione del pm, confermando l’assenza di gravi indizi di corruzione a carico dei tre.

“Nessun accordo corruttivo provato”

Nel suo parere, il sostituto pg di Cassazione Cristina Marzagalli aveva già chiesto di rigettare gli atti d’impugnazione presentati dai pm milanesi.

Nel documento si leggeva che:

  • non risultava dimostrata la formazione né l’operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella
  • i pagamenti di Coima apparivano riconducibili ad attività professionali reali e regolarmente fatturate
  • analoga valutazione era stata formulata per la posizione del costruttore Bezziccheri.

La Procura insisteva sul “sistema urbanistico”

I pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunta Tiziana Siciliano, avevano invece sostenuto che il Riesame non avesse colto il presunto “sistema” che, secondo l’accusa, avrebbe legato imprenditori e Commissione paesaggio, in un intreccio tra funzione pubblica e vantaggi privati.

Il Tribunale, secondo la Procura, avrebbe “smontato l’orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio, preso isolatamente, è un orologio”.

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