In un’intervista a “60 Minutes”, il presidente esclude un conflitto ma torna a parlare di test nucleari: “Li faremo, come tutti gli altri Paesi”
“Direi di sì”. Con queste parole, in un’intervista alla CBS, Donald Trump ha risposto alla domanda se i giorni del presidente venezuelano Nicolás Maduro fossero ormai agli sgoccioli. Il leader americano, però, ha evitato di commentare le indiscrezioni su possibili operazioni militari nei Caraibi, dove gli Stati Uniti hanno concentrato uomini e mezzi in una delle più imponenti esercitazioni navali degli ultimi anni. “Non parlo con un giornalista dei miei piani militari”, ha tagliato corto.
In 60 Minutes il presidente Donald Trump ha escluso l’ipotesi di un conflitto con il Venezuela. “Ne dubito”, ha risposto quando gli è stato chiesto se gli Stati Uniti stiano per entrare in guerra con Caracas. “Non credo. Ma ci hanno trattato molto male”.
Negli ultimi mesi, le forze armate americane hanno condotto 15 attacchi contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga nei Caraibi e nel Pacifico orientale. Washington li ha definiti parte di una “missione antidroga”, ma diverse fonti interne ammettono che si tratta di un’operazione più ampia per rovesciare Maduro. Secondo esperti di diritto internazionale, alcuni di questi raid costituirebbero uccisioni extragiudiziali illegali.
Minaccia d’intervento in Nigeria
Trump ha anche affermato che gli Stati Uniti potrebbero schierare truppe o condurre raid aerei in Nigeria per fermare le stragi di cristiani nel Paese africano:
“Stanno uccidendo un numero record di cristiani in Nigeria. Non permetteremo che ciò accada”.
Trump si è vantato di aver “messo fine a otto guerre” grazie a una strategia fatta di pressioni economiche e negoziati, a partire dai dazi. Quando la giornalista gli ha chiesto perché lo stesso approccio non abbia funzionato con Putin, ha replicato: “Sta funzionando, io penso”.
Nucleare: “Torneremo a testare come gli altri”
Durante l’intervista, registrata venerdì a Mar-a-Lago, Trump ha anche affrontato i temi delle deportazioni, dello shutdown e dei test nucleari. Ha affermato che gli Stati Uniti torneranno a testare armi atomiche “come fanno gli altri Paesi”, lasciando intendere una possibile ripresa dei test con detonazioni, interrotti da oltre trent’anni.
Il suo segretario all’Energia, Chris Wright, ha poi precisato che i test riguarderebbero solo componenti non esplosive, ma il presidente non ha fatto questa distinzione durante l’intervista.
Trump ha sostenuto — senza prove — che Russia e Cina stiano già testando armi nucleari di nascosto: “Lo fanno, ma voi non lo sapete”.
Sul tema dei test nucleari, ha accusato i media di doppi standard: “La Russia ha annunciato nuovi test, la Corea del Nord li fa regolarmente, la Cina anche — ma non se ne parla. Noi sì, perché siamo una società aperta”. Il presidente ha poi escluso l’ipotesi di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, chiarendo a bordo dell’Air Force One: “No, non proprio”. Quanto agli asset russi congelati, ha spiegato: “Immagino che Europa e Russia stiano discutendo, io non sono coinvolto in queste conversazioni”.
Immigrazione e ordine pubblico
Sul fronte interno, ha difeso con forza le incursioni delle forze federali dell’immigrazione, accusate di eccessiva violenza: “Non sono abbastanza incisive”, ha detto, sostenendo che “i giudici progressisti le hanno frenate”.
Alla domanda se approvasse questi metodi, ha risposto:
“Sì, perché bisogna far uscire la gente. Molti di loro sono criminali o assassini espulsi dai loro Paesi. Se entrano illegalmente, devono andarsene. Ma chi lo farà nel modo giusto, potrà tornare legalmente”. “Abbiamo bisogno di lavoratori, sì, ma la regola è semplice: se sei entrato illegalmente, te ne devi andare. Poi potrai tornare nel nostro Paese in modo legale.”
Sul fronte interno, Trump ha difeso la linea dura sull’immigrazione, dopo la diffusione di video che mostrano agenti federali spingere a terra una donna, usare gas lacrimogeni a Chicago e rompere i finestrini di un’auto.
“Non penso siano andati troppo oltre, anzi non sono stati abbastanza duri. I giudici liberal ci hanno frenato.”
Shutdown e attacco a Mandami
Trump ha rifiutato l’idea di un compromesso con i democratici per porre fine allo shutdown del governo, dichiarando che non si lascerà “ricattare”. Ha invitato i repubblicani a “diventare più duri” e ha ribadito la richiesta di abolire il filibuster al Senato, la regola che impone 60 voti per approvare una legge.
Trump ha poi attaccato Zohran Mamdani, candidato democratico a sindaco di New York, definendolo “comunista, non socialista”, e ha minacciato di tagliare i finanziamenti federali alla città se fosse eletto.
Infine, sullo shutdown, ha invitato i democratici a rifinanziare il governo per “lavorare insieme e sistemare l’Obamacare”, pur senza spiegare in che modo.
nterrogato sulla possibilità di candidarsi per un terzo mandato, ha risposto di non pensarci, pur elogiando il “vasto talento” del partito repubblicano, citando il vicepresidente J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio.
Infine, ha lodato Bari Weiss, nuova direttrice di CBS News, definendola “una grande leader”, pur ammettendo di non conoscerla di persona.
Reazioni internazionali
La Cina ha smentito le accuse di test nucleari, ribadendo la propria adesione alla politica del “non primo utilizzo”.
Dal canto suo, l’Iran ha replicato con un duro messaggio del ministro degli Esteri Abbas Araghchi:
“Non è troppo tardi per invertire la rotta. Le menzogne su un’imminente minaccia nucleare iraniana sono state smentite dall’AIEA”.










