23 Dicembre 2025

Direttore: Alessandro Barbano

27 Ott, 2025

Argentina, Milei vince elezioni di metà mandato. Trump: «Ottimo lavoro»

Il partito La Libertad Avanza conquista il 40,8% e sfonda nella provincia di Buenos Aires, roccaforte del peronismo. Crolla l’affluenza


La Libertad Avanza (Lla), il partito del presidente argentino Javier Milei, ha vinto le elezioni di metà mandato con il 40,84% dei voti, conquistando terreno nella provincia di Buenos Aires, storica roccaforte dei peronisti progressisti. Solo un mese fa, la sinistra aveva messo ko la formazione conservatrice.

“Oggi è una giornata storica. Il popolo ha deciso di abbracciare le idee della libertà. Ci lasciamo dietro cento anni di decadenza. Inizia la svolta”, ha dichiarato Milei, promettendo di consolidare il percorso riformista nei prossimi due anni.

Con il nuovo equilibrio parlamentare, La Libertad Avanza avrà 101 deputati (da 37) e 20 senatori (da 6).

Affluenza ai minimi storici

L’affluenza si è fermata al 67,85%, il dato più basso dal ritorno della democrazia nel 1983. Un segnale che ha preoccupato Milei, deciso a ottenere la forza necessaria per imprimere un’accelerazione alle sue riforme economiche.

Secondo gli analisti, il risultato non lascia dubbi: gran parte del Paese è ormai “colorata di viola”, il colore del suo movimento. I sondaggi della vigilia, che prevedevano un testa a testa tra Lla e la coalizione progressista Fuerza Patria, sono stati ampiamente smentiti.

I mercati e l’appoggio di Trump

L’attesa è ora per la reazione dei mercati: azioni e bond argentini sono previsti in rialzo. A festeggiare è anche Donald Trump, che ha sostenuto Milei con un pacchetto di aiuti da 40 miliardi di dollari per stabilizzare il peso argentino e sostenere l’economia nei prossimi due anni.

“Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro straordinario!”, ha scritto Trump sul suo social network Truth.

Popolarità in calo ma vittoria netta

Dopo il trionfo presidenziale del 2023 con il 56% dei voti, Milei è arrivato a questa prova elettorale con un consenso ridotto al 38%. Un calo dovuto alla durezza delle sue politiche economiche, che hanno ridotto l’inflazione (dal 200% al 31%) ma tagliato spese cruciali come istruzione e sanità.

A pesare anche una serie di scandali, tra cui quello del meme-coin “Libra”, una criptovaluta promossa da Milei poi crollata in borsa, e l’inchiesta che ha coinvolto la sorella Karina Milei per presunte mazzette legate a forniture di medicinali.

Peronismo in difficoltà

La coalizione progressista Fuerza Patria ha puntato sulla stanchezza dell’elettorato più che su nuove proposte. Assente Cristina Kirchner, ai domiciliari per corruzione, il movimento ha cercato di rilanciarsi attraverso il governatore della provincia di Buenos Aires, Axel Kicillof, ma senza successo.

Nel suo ultimo comizio a Rosario, Milei ha deposto la celebre motosega e invitato i suoi elettori a “non arrendersi”. Ora promette “le riforme di cui l’Argentina ha bisogno” per la seconda parte del mandato.

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