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Meloni in Senato: «Pieno sostegno a Kiev. L’Italia non invierà soldati»

Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio in Senato in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani


Alle 9.30 di stamattina sono iniziate le dichiarazioni in Senato della presidente consiglio in vista del Consiglio europeo. Giorgia Meloni ha esordito rivendicando la stabilità politica raggiunta dall’Italia in questi tre anni. Ha poi ribadito il pieno sostegno a Kiev: “Sull’Ucraina la nostra posizione non cambia e non può cambiare”, ha detto la premier, annunciando poi il sostegno del governo italiano a un ulteriore pacchetto di sanzioni contro Mosca. Meloni ha inoltre sottolineato che l’Italia non manderà soldati in Ucraina.

Gaza e Stato di Palestina

Sul fronte della tregua mediorientale ha detto: “È un pieno successo di Donald Trump“. Apre inoltre al riconoscimento dello Stato di Palestina a patto della completa smilitarizzazione di Hamas: “Per giungere alla pace Hamas non avere alcun ruolo nel futuro dello Stato palestinese e deve essere disarmata. Quando queste condizioni si saranno materializzate” l’Italia sarà pronta a riconoscere lo Stato di Palestina.

Sul possibile coinvolgimento di forze italiane ha detto: “siamo pronti a partecipare a una eventuale Forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle loro capacità operative. Dobbiamo ancora definire i dettagli del nostro contributo, ma ritengo fin d’ora opportuno un passaggio parlamentare su queste materie e avremo quindi modo di approfondire insieme”.

“Italia non sosterrà la revisione della legge clima”

L’Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima europeo “a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero cambio di approccio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando che il nostro Paese “sostiene e continuerà a sostenere un percorso ambizioso di riduzione delle emissioni”, ma che “il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo è rincorrere un approccio ideologico e quindi irragionevole, che pone traguardi insostenibili e irraggiungibili”.
Secondo Meloni, simili strategie “rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell’Unione europea”.

La premier ha ribadito che “non può esistere solo l’elettrificazione per il futuro dell’auto, né tantomeno per il trasporto pesante o per l’industria, a partire da quella dell’acciaio, del vetro e del cemento”. Occorre invece, ha aggiunto, “rimanere aperti a tutte le soluzioni, come i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e devono essere consentiti anche dopo il 2035”.

Meloni ha sottolineato che “grazie all’insistenza dell’Italia e alla capacità di coinvolgere altri importanti partner europei, registriamo finalmente una prima apertura da parte della presidente von der Leyen”, la quale “nella lettera sulla competitività inviata ai leader lunedì scorso, in vista del Consiglio europeo, ha fatto esplicito riferimento a questa possibilità”.

La lettera indirizzata a Ursula von der Leyen

La premier ha poi ricordato di aver firmato con Friedrich Merz e altri 15 leader una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen “per accelerare la semplificazione normativa”, articolata in tre punti: “una revisione dell’attuale quadro regolatorio, la cancellazione delle norme non necessarie e il contenimento delle nuove proposte legislative, concentrando l’azione europea dove è più efficace”.
“Non è il momento di esitare — ha concluso Meloni — ma quello di porre rimedio agli errori del passato”.

In Aula, durante il suo intervento, accanto alla presidente del Consiglio era presente quasi tutto il governo. Tra i ministri seduti vicino a Meloni figuravano i vicepremier Matteo Salvini, Adolfo Urso (Imprese), Tommaso Foti (Affari Ue), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente), Roberto Calderoli (Autonomie), Anna Maria Bernini (Università), Daniela Santanché (Turismo), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione), Alessandro Giuli (Cultura) e Orazio Schillaci (Salute). L’Aula, presieduta da Ignazio La Russa, era quasi al completo.

“L’Italia torna finalmente in serie A”.

Meloni ha ricordato che il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre “arriva in un momento di estrema complessità internazionale”, ma che l’Italia “si presenta forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana”.
Ha citato “indicatori economici e finanziari solidi che rendono il Paese apprezzato dagli analisti e attrattivo per gli investitori”, e il riconoscimento del Fondo Monetario Internazionale e dell’agenzia Dbrs, secondo la quale “l’Italia torna finalmente in serie A”.

Tali risultati, ha concluso Meloni, “dimostrano la correttezza della strategia di sviluppo e delle politiche di bilancio adottate dal governo”, confermate con la recente legge di bilancio. “Tutto questo — ha detto — consente all’Italia di presentarsi con autorevolezza al tavolo del Consiglio europeo, contribuendo a scelte che richiedono pragmatismo, visione e ambizione”.

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