Nuove rivelazioni sull’amico di Marco Poggi, lo scontrino di piazza Sant’Ambrogio non fu ritirato dall’indagato per concorso nell’omicidio
Emergono nuovi elementi nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Lo scontrino del parcheggio di piazza Sant’Ambrogio a Vigevano non sarebbe di Andrea Sempio, l’amico di Marco Poggi indagato per concorso nell’omicidio.
Lo scontrino non ritirato da Sempio
La rivelazione proviene dalle nuove indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinate dalla procura di Pavia. Un testimone, mai sentito, avrebbe dichiarato di sapere che il tagliando di sosta fu fornito a Sempio da un’altra persona e che non fu lui a ritirarlo, alle 10,18 del 13 agosto 2007, dal parchimetro di Vigevano.
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L’alibi sotto verifica
Se la testimonianza dovesse essere confermata, verrebbe meno l’alibi di Sempio e dei suoi genitori, secondo i quali il giovane, all’epoca diciannovenne, si trovava in auto a Vigevano per andare in libreria, e non a Garlasco.
Lo scontrino conservato dalla madre
Secondo la difesa, lo scontrino era stato conservato per un anno dalla madre di Sempio e mostrato ai carabinieri durante un interrogatorio. Gli investigatori stanno ora verificando l’attendibilità del nuovo testimone e la reale provenienza del biglietto.
Sempio va a “Chi l’ha visto” e dice…
“Sì, certo”. Così Andrea Sempio, intervistato da ‘Chi l’ha visto?’ risponde alla domanda sullo scontrino del parcheggio di Vigevano e dichiara di aver preso lui la ricevuta. “Sarebbe stata una cosa migliore, se la cosa avesse destato sospetti all’epoca” in modo tale che le “autorità si mettessero a ricercare magari nelle telecamere della piazza di Vigevano se effettivamente c’era una ripresa di me quella mattina. Forse sarebbe stato meglio per me se avesse destato più interesse in quel momento. A parte che lo scontrino comunque me lo hanno chiesto un anno dopo e ormai di video non ce ne erano più”.
I suoi avvocati: “Lo scontrino vale pochissimo”
Lo scontrino del parcheggio di Sempio “nella migliore delle ipotesi” e “nella prospettiva dell’accusa” vale “pochissimo”. Così il nuovo legale del 37enne di Voghera, avvocato Liborio Cataliotti. Il difensore si unisce alla collega Angela Taccia nel sostenere che la difesa commenterà solo “atti processuali” e non indiscrezioni sui media, ma comunque precisa che per “la Cassazione” anche “l’alibi mancato è solo un indizio e non una prova”.”Intanto – conclude Cataliotti – è improprio definirlo alibi”, perché venne esibito il 4 ottobre 2008, quando “Andrea Sempio non era nemmeno indagato”.









