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Ok alla manovra da 18,7 miliardi. Meloni: «Legge seria». Opposizioni critiche

«Una manovra seria che si concentra su quattro priorità: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno a imprese e sanità»: la premier Meloni presenta così la legge di bilancio da 18,7 miliardi appena approvata dal Consiglio dei ministri. Le principali misure? Per la famiglia 1,6 miliardi in più. Il bonus per le mamme lavoratrici passa da 40 a 60 euro al mese. Circa 8 miliardi di investimenti sono destinati alle imprese, mentre al taglio dell’Irpef a vantaggio del ceto medio vanno 2,8 miliardi. Pronti 1,9 miliardi per detassare premi di produttività e turni festivi e notturni. Per la sanità, in vista del 2026, l’obiettivo è assumere 6.300 infermieri e mille medici. Prevista una nuova rottamazione delle cartelle in 9 anni, ma solo per chi ha dichiarato e non versato: «Fuori i furbi», assicura il ministro Giorgetti. La premier Meloni definisce la manovra «seria», ringrazia banche e assicurazioni per «l’importante contributo» e la maggioranza per «il buon senso e la compattezza».

Confindustria apprezza le misure inserite nella manovra dal governo Meloni. «La premier ha parlato di 8 miliardi per le imprese, 2,3 miliardi per le Zes che noi abbiamo sempre sostenuto e richiesto e, altra cosa, insieme ai sindacati abbiamo chiesto la decontribuzione fiscale dei contratti. Quindi su queste cose abbiamo dialogato e credo che siamo stati ascoltati», dice il presidente degli industriali Emanuele Orsini. Che poi aggiunge: «Leggiamo i testi, ma apprezziamo le parole che oggi pubblicamente ha detto il presidente del Consiglio».

Critiche le opposizioni parlamentari. In merito al contributo imposto a banche e assicurazioni, Elly Schlein, segretaria del Pd, è scettica: «Io temo che sia come l’anno scorso, cioè un prestito che sarà poi restituito, altro che tassazione sugli extra-profitti». Dubbi anche da Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, secondo il quale «chiedere un contributo a chi ha sviluppato enormi profitti non è una cosa da Urss, è di buon senso». Di manovra «assolutamente inadeguata rispetto alla situazione economica e sociale» parla Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle.

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