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Attacco russo a convoglio Onu in Ucraina. Tajani: «A bordo un italiano»

Quattro veicoli che trasportavano tonnellate di aiuti, presi di mira da droni a Bilozerka. Uno dei mezzi a fuoco. Condanna di Italia e Onu


La Russia ha colpito un convoglio di aiuti delle Nazioni Unite nella regione meridionale di Kherson, senza causare vittime, secondo quanto riferito dalle autorità ucraine.

Il governatore Oleksandr Prokudin ha definito “miracoloso” il fatto che non ci siano stati feriti: quattro veicoli bianchi con il logo dell’Onu, che trasportavano diverse tonnellate di aiuti, sono stati presi di mira deliberatamente da droni russi e dal fuoco di artiglieria nella città di Bilozerka. Uno dei mezzi è andato a fuoco e un altro è stato gravemente danneggiato.

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La condanna dell’Italia e dell’Onu

«Condanno con forza l’attacco russo al convoglio del Wfp in Ucraina, su cui era presente anche un funzionario italiano, rimasto fortunatamente illeso», ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

«Gli attacchi sui civili, sugli ospedali e ora sugli operatori umanitari sono inaccettabili. La Russia deve cessare la violenza e comportarsi da attore responsabile. La mia solidarietà all’Onu, al suo personale e al popolo ucraino». Anche le Nazioni Unite hanno condannato l’attacco, definendolo «totalmente inaccettabile».

Nuovi raid sulle infrastrutture ucraine

Durante la notte, le forze russe hanno lanciato attacchi contro infrastrutture energetiche nelle comunità di Dolynske e Nova Praha, nella regione di Kirovohrad, in Ucraina centrale. Secondo il governatore Andrii Raikovych, non si registrano vittime, ma alcuni edifici sono stati danneggiati e cinque insediamenti sono rimasti senza elettricità. Gli incendi provocati dai bombardamenti sono stati domati grazie all’intervento di 34 soccorritori e 7 mezzi del servizio di emergenza statale.

Mosca contro gli oppositori in esilio

Parallelamente, il servizio d’intelligence russo Fsb ha annunciato l’apertura di un procedimento penale contro diversi oppositori del Cremlino in esilio, accusati di voler “impossessarsi con la violenza del potere” e di aver formato “un gruppo terroristico”. Tra gli indagati figurano l’oligarca Mikhail Khodorkovsky, l’ex premier Mikhail Kasyanov, l’attivista Vladimir Kara-Murza e il campione di scacchi Garry Kasparov. Khodorkovsky, oggi 62enne, è in esilio dal 2013 dopo dieci anni di carcere per frode fiscale. Negli anni ’90 era considerato l’uomo più ricco di Russia, grazie al controllo della compagnia petrolifera Jukos. Il suo arresto segnò la fine della stagione degli oligarchi indipendenti e l’inizio del consolidamento del potere di Vladimir Putin.

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