I rapiti in arrivo nelle prime ore di lunedì in coincidenza con il presidente Usa. L’Iran non sarà presente al vertice su Gaza
ll Forum delle famiglie degli ostaggi rende noto che Piazza degli Ostaggi sarà aperta al pubblico e trasmetterà in diretta il rilascio dei rapiti. «Proiezioni continue del loro ritorno saranno mostrate in piazza per il pubblico che desidera essere presente in questi momenti storici e profondamente commoventi”.
Si prevede che tutti i 20 ostaggi viventi vengano rilasciati contemporaneamente. Secondo quanto riporta Haaretz Israele si aspetta siano consegnati alla Croce Rossa per poi essere trasferiti oltre confine in Israele e portati alla base militare di Re’im.
La prima fase dell’intesa procede quindi regolarmente: dopo il cessate il fuoco e il ritiro parziale delle truppe israeliane, i detenuti palestinesi sono stati trasferiti in due carceri, Ketziot e Ofer, da cui saranno rilasciati rispettivamente verso Gaza e Cisgiordania. Allo stesso tempo, Hamas sta radunando gli ostaggi, che saranno liberati in coincidenza con l’arrivo in Israele di Donald Trump per la firma ufficiale dell’accordo in Egitto.
Ivanka Trump, già a Tel Aviv, ha espresso solidarietà alle famiglie, definendo il rilascio “un trionfo della fede, del coraggio e dell’umanità condivisa”, aggiungendo: “Il presidente voleva che io vi dicessi, come ha fatto personalmente con molti di voi, che vi vede, vi ascolta e vi è sempre accanto”.
Trump verso Tel Aviv, il volo alle 21.30
Donald Trump lascerà la Casa Bianca alle 3,30 ora locale, le 21,30 italiane. Lo comunica la Casa Bianca. L’arrivo a è previsto alle 9,20 del mattino locali a Tel Aviv, dove si fermerà poche ore. Alle 10,45 infatti incontrerà le famiglie degli ostaggi e alle 11 parlerà alla Knesset. Alle 13 infatti partirà per l’Egitto, diretto a Sharm El-Sheikh, dove parteciperà alla “cerimonia per la pace in Medio Oriente”. Alle 17 ora locale partirà da Sharm El-Sheikh diretto alla Casa Bianca, dove è atteso nella notte di martedì.
Gaza, il ritorno palestinesi nella città fantasma
Stanno ancora tornando in massa da quando il cessate fuoco è operativo. Un controesodo umano di palestinesi che non sarebbero mai andati via e che ora raggiungono a piedi Gaza City. Lo sanno, quello trovano non è la pace ma il risultato della guerra. Scheletri di edifici che ricordano il suono delle bombe. C’è polvere. Non ci sono angoli. Sotto giace chi non è riuscito a scappare.
Secondo Mahmoud Bassal, portavoce della protezione civile di Gaza, da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco sono stati recuperati 63 corpi nelle strade della città, ma “decine di altri” sarebbero ancora sotto le macerie.
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Gaza distrutta in modo sconvolgente
“Il livello di distruzione è davvero sconvolgente”, dichiara Olga Cherevko, portavoce dell’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite, dopo una visita nella città. “Molti stanno tornando e trovano solo le rovine delle loro case. È un ritorno carico di emozioni contrastanti”. Il direttore dell’ospedale Al-Shifa, Mohammad Abu Salmiya, ha avvertito che il sistema sanitario deve affrontare “gravi carenze” e sfide “immense” con il ritorno della popolazione: “Abbiamo finito una guerra e ne stiamo cominciando un’altra”, ha detto.
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Gaza rimane immersa in una profonda crisi umanitaria: fame diffusa, distruzione su larga scala, e oltre due milioni di persone sfollate più volte in due anni di conflitto. Il territorio, già poverissimo prima della guerra, soffre ora di drastiche limitazioni negli aiuti e nelle forniture alimentari.
Arrivano gli aiuti umanitari
L’accordo raggiunto giovedì tra Israele e Hamas prevede un aumento degli aiuti umanitari nella Striscia. Da domenica, Israele permetterà all’ONU di far entrare grandi quantità di viveri e medicinali, circa 170.000 tonnellate di forniture già pronte tra Giordania ed Egitto. Sarà riaperto anche il valico di Rafah, per facilitare i convogli umanitari.

L’Iran non sarà presente al vertice su Gaza
Gli Stati Uniti hanno invitato anche l’Iran al vertice su Gaza che si terrà a Sharm El-Sheikh, insieme a 20 Paesi, tra cui Spagna, Giappone, India e Grecia. Israele non parteciperà.
Malgrado l’invito però l’Iran non parteciperà: lo ha riferito una fonte iraniana informata all’agenzia di stampa iraniana Tasnim. Il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi ha dichiarato ieri che l’Iran sostiene qualsiasi azione che porti alla fine degli attacchi israeliani a Gaza, ma ha avvertito di avere “seri dubbi”.
Seconda fase incerta, il disarmo di Hamas
Resta incerta la seconda fase del piano, che prevede il disarmo di Hamas: il movimento ha già respinto questa ipotesi come “non negoziabile” e ha richiamato 7 mila membri delle proprie forze di sicurezza per riconquistare il controllo di Gaza, nominando nuovi governatori locali.