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Festa in Palestina e Tel Aviv, firmato accordo sulla pace Hamas-Israele

A dare l’annuncio Trump. Prima fase prevede: ritiro delle forze israeliane, ingresso di aiuti nella Striscia e scambio ostaggi-prigionieri


Israele e Hamas hanno firmato la “prima fase” del piano di pace proposto dagli Stati Uniti, lo ha annunciato Donald Trump ieri sera. Secondo una fonte di Hamas, entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’intesa, Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi ancora in vita, scrive il Times of Israel. Secondo Hamas, l’accordo prevede il ritiro delle forze israeliane, l’ingresso di aiuti nella Striscia e uno scambio ostaggi-prigionieri. Nella Striscia e in Israele l’annuncio ha suscitato momenti di festa e speranza.

L’esercito israeliano ha iniziato a prepararsi al ritiro parziale dalla Striscia. Donald Trump ha affermato che gli Usa contribuiranno alla ricostruzione di Gaza e a mantenerla sicura. L’inviato Usa Steve Witkoff e il genero di Trump, Jared Kushner, riferisce Ynet, dovrebbero arrivare in Israele questa sera o al massimo nelle prime ore di venerdì, partendo da Sharm el Sheik dove si è tenuto il negoziato.

Sia il movimento islamista sia il premier Benjamin Netanyahu hanno ringraziato per la mediazione l’ex presidente statunitense, atteso in Medio Oriente nei prossimi giorni e dato per probabile relatore alla Knesset. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che “merita il Nobel per la pace”. Abu Mazen, presidente dell’Autorità palestinese: “Bene l’accordo, speranza per i due Stati”. Contrario all’accordo il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich

Il rilascio dei sopravvissuti forse già domenica

Secondo lo schema immaginato, il gruppo paramilitare palestinese Hamas e le altre fazioni armate a esso collegate libereranno gli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 e ancora nelle loro mani: tra questi, dovrebbero esserci 20 cittadini dello Stato ebraico ancora in vita e i corpi di 28 ostaggi deceduti a causa dei bombardamenti israeliani su Gaza degli ultimi due anni. In cambio, Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi detenuti nelle proprie carceri, tra cui 250 condannati all’ergastolo per le proprie azioni contro Israele. Un funzionario informato sui dettagli dell’accordo ha detto, sotto anonimato, che i rilasci dei sopravvissuti potrebbero avvenire già questo fine settimana, forse domenica.

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Cosa precede l’accordo e i punti poco chiari

L’accordo è stato raggiunto soltanto dopo che Stati Uniti, Turchia, Qatar ed Egitto, vale a dire i mediatori internazionali individuati per gestire i colloqui – indiretti – di Sharm el-Sheikh, hanno dato personale garanzie che la guerra non sarebbe ripresa una volta concluso lo scambio di prigionieri. Come voluto dal presidente Donald Trump e come richiesto da Hamas, lo scambio sarà quindi preceduto da un cessate il fuoco a tempo indeterminato e dal ritiro dell’esercito israeliano (Idf) da circa due terzi della Striscia di Gaza.

Ufficialmente l’entrata in vigore della tregua è prevista per a mezzogiorno di oggi mentre lo scambio dovrebbe iniziare entro le 72 ore successive. Rimangono molti punti poco chiari: i particolari dello scambio ostaggi-prigionieri e le esatte linee di ritiro delle forze israeliane non sono stati precisati, e non è dato sapere se l’intesa si tradurrà in una pace duratura, dato anche il rifiuto pubblico di Hamas di disarmarsi secondo le condizioni poste da Netanyahu.

Fonti americani hanno comunque affermato che i colloqui si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nei primi giorni e settimane dell’accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili come la governance di Gaza e il disarmo dei combattenti di Hamas dovranno ancora essere negoziati in futuro, a causa dei contrasti tra le parti.

Il conflitto Israele Hamas

Il conflitto ha avuto inizio il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas che ha causato circa 1.200 morti in Israele, per lo più civili, e il rapimento di circa 250 persone. Da allora, secondo il ministero della Salute di Gaza, le operazioni militari israeliane hanno causato oltre 67.000 morti palestinesi e distrutto gran parte delle infrastrutture dell’enclave.

I tentativi precedenti

Va detto che non è la prima volta che un accordo di questo tipo viene raggiunto. Israele e Hamas avevano concordato un cessate il fuoco per poter operare degli scambi di prigionieri in almeno due occasioni, nel 2023 e all’inizio del 2025, salvo poi lasciarlo collassare e riprendere le ostilità. Anche per questo i negoziatori palestinesi, scampati lo scorso 9 settembre a un attacco a sorpresa israeliano in Qatar che avrebbe dovuto eliminarli con la scusa della trattativa, avevano resistito giudicando non affidabile la parola del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

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