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Un milione a Roma per Gaza. Striscione pro-Hamas macchia la giornata

In serata circa 200 antagonisti incappucciati che si sono presentati in zona San Giovanni, sono stati cacciati via dagli altri manifestanti. “Andate via. Non c’entrate niente qui”


Un fiume di gente in solidarietà con Gaza, uno striscione pro-Hamas esposto nelle prime file del corteo. In serata tensione, con gli incappucciati fermati dai manifestanti e dalla polizia. Dopo un pomeriggio tranquillo, un gruppo di 200 manifestanti mascherati si è staccato dal corteo e ha deviato in direzione di Santa Maria Maggiore. La polizia ha attivato gli idranti. Ci sono state anche cariche da parte delle forze dell’ordine.

Ma la giornata era stata pacifica, dall’inizio alle 14, fino a pomeriggio inoltrato. Una marcia sorridente per la maggior parte delle persone e una giornata rovinata per chi, magari senza accorgersene, ha camminato dietro allo striscione che inneggiava alla violenza, alla carneficina, al sequestro degli ostaggi: 7 ottobre giornata della Resistenza palestinese”, c’era scritto. A Roma Termini è stat imbrattata la statua di Papa Wojtyla, un episodio condannato dalla premier Giorgia Meloni.

Gli incappucciati cacciati via dai manifestanti

I circa 200 antagonisti incappucciati che si sono presentati in zona San Giovanni, sono stati cacciati via dagli altri manifestanti. “Andate via”, gli hanno urlato fischiando. “Non c’entrate niente con questa manifestazione”.

Promossa dal Movimento degli studenti palestinesi e dall’Unione democratica arabo-palestinese alla manifestazione nazionale hanno aderito anche sigle sindacali come Usb e Cgil, collettivi e universitari tra cui Osa, Cambiare Rotta e Zaum, oltre a organizzazioni dell’associazionismo come Anpi e Arci. Tra le migliaia di bandiere per la Palestina c’erano anche quelle di Hamas e di Hezbollah. “Death death to the Idf” si leggeva su un’altra, grande, che veniva sventolata. “Morte all’Idf, morte al sionismo”.

Le sagome in carta pesta di Meloni e Netanyahu

C’erano i bambini e le signore, le coppie, e nel gruppo studentesco sono spuntate anche teste in cartapesta del premier israeliano e di Giorgia Meloni. C’era il loro sangue finto che colava sopra finti sacchi di euro.

Il raduno principale era convocato alle 14,30 a Porta San Paolo. Ma studenti, collettivi e universitari si sono radunati già dalla mattina. L’aria di ottobre, il cielo azzurro. Probabilmente loro, i giovani, con le stesse giacche di ieri e poche ore di sonno. La protesta per la Palestina, contro la guerra, per Gaza, per gli ostaggi, contro Israele, contro il governo, contro gli arresti, per la Flotilla, contro le armi, il genocidio, il sionismo, per la resistenza, dura da giovedì. Dalla notte in mare verso la Striscia della Global Sumud Flotilla.

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Il percorso del corteo

La partenza del corteo è stata puntuale, da Piramide, un serpente di persone, di ogni età, per un serpentone da sabato pomeriggio attraverso tutto il viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, Colosseo, via Labicana e via Merulana, fino a piazza San Giovanni, come ogni corteo romano. La presenza dello striscione che celebra l’eccidio del 7 ottobre (qui sotto) e in una posizione privilegiata, ha creato molte polemiche e malumori.

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“Siamo un milione”

Per gli organizzatori a metà giornata il numero dei partecipanti era già chiaro. “Roma è bloccata. Tutta. Siamo un milione di persone per la Palestina. Abbiamo bloccato tutto. L’Italia sa da che parte stare”, hanno annunciato una volta a San Giovanni. “Siamo a rappresentare tutta l’Italia. Siamo la resistenza palestinese”. C’è anche chi in piedi applaudiva al passaggio del corteo, sui muretti che costeggiano il percorso. “La Palestina è una, è questo che dobbiamo dire! La Palestina è tutta, da Nord a Sud, non è solo Gaza, non è solo Cisgiordania”, hanno gridato al megafono gli organizzatori.

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I controlli della prefettura

La sicurezza si è mossa presto. Prima del corteo, alle 8 con bonifiche lungo tragitto e con controlli ai caselli autostradali, gli agenti hanno sequestrato maschere antigas, aste metalliche e mazze di legno. Circa 60 passeggeri a bordo dei veicoli, sono stati portati negli uffici di polizia e rischiano il foglio di via obbligatorio dalla provincia di Roma. Schierati oltre 1.500 uomini tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. L’ordine impartito dal prefetto Lamberto Giannini e dal questore Roberto Massucci era evitare situazioni di tensione diretta con i manifestanti. Che sono state inevitabili.

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