Torna il terrorismo in Israele: due persone hanno aperto il fuoco su un autobus a Gerusalemme nord, al Ramot Junction: sono state poi uccise da un soldato. Almeno 6 i morti in tutto, sette feriti gravi. Secondo i primi rapporti, le vittime sinora sono un uomo di 50 anni, una donna di 50 anni e tre uomini sui trenta, più un uomo di età indefinita. Un episodio che alza ancora di più la tensione nell’area, mentre sono in corso le operazioni dell’Idf a Gaza City. Hamas su Telegram celebra l’operazione: “Benediciamo l’azione eroica, una risposta naturale ai crimini dell’occupazione”.
i due attentatori, saliti a bordo del mezzo parcheggiato nello snodo stradale all’ingresso nord-ovest di Gerusalemme, hanno aperto il fuoco e poi sono stati colpiti dal militare. Le immagini diffuse dai media israeliani mostrano persone in fuga, in preda al panico. Le autorità stimano che i responsabili dell’attacco siano arrivati in auto dalla zona di Ramallah. Tutti i valichi di frontiera nell’area di Gerusalemme sono stati chiusi. La polizia, riporta ancora l’emittente, “sta esaminando un oggetto sospetto trovato sul posto”.
I terroristi che hanno effettuato l’attacco all’incrocio di Ramot avrebbero usato un fucile mitragliatore ‘Carl Gustav’, comunemente prodotto in Cisgiordania e utilizzato in numerosi attacchi palestinesi in passato.
In seguito, le truppe delle Forze di difesa israeliane hanno circondato diversi villaggi palestinesi alla periferia di Ramallah, in Cisgiordania, fra i quali Al-Qubeiba e Qatanna. L’esercito è alla ricerca di potenziali complici.
L’Onu ancora contro Israele
Volker Turk, alto commissario per i diritti umani, accusa Israele di alimentare “una retorica genocida” sulla Striscia di Gaza, come riportano fra gli altri i media britannici. Un territorio già ridotto a “un cimitero”, ha rincarato Turk, aprendo a Ginevra la 60/a sessione del Consiglio Onu per i Diritti Umani e invocando una riposta più decisa della comunità internazionale per “mettere fine al massacro”: “Sono inorridito dell’utilizzo aperto di una retorica genocida e della vergognosa disumanizzazione dei palestinesi da parte di alti funzionari israeliani”.