Una maxi inchiesta in capo alla Procura capitolina che si servirà anche degli indirizzi Ip e di posta elettronica che il 45enne di Pompei, residente a Scandicci, ritenuto gestore del sito Phica.eu, ha già messo a disposizione della polizia postale. Un copione già visto. Nel 2018, infatti, lo stesso imprenditore finì nel mirino per una vicenda simile e, anche all’epoca, fece identificare gli autori dei commenti sessisti sotto le foto delle donne pubblicate sul forum. Una vecchia conoscenza della Postale, dunque, il 45enne, incensurato e, per ora, estraneo a qualsiasi accusa formale. Si è difeso, però, benché non sia indagato, spiegando che gli utenti hanno facoltà di pubblicazione e quindi sostenendo di non essere responsabile dei contenuti caricati dagli iscritti. Nel contempo ha ammesso di non essere riuscito a frenare la deriva “tossica” del sito.
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Gli autori saranno dunque identificati attraverso gli Ip forniti dal gestore, ma se la tesi del 45enne basti a tenerlo al riparo dall’indagine resta da chiarire. Al momento, la Procura di Firenze procede contro ignoti per il reato di diffamazione ai danni della sindaca Sara Funaro, mentre è a Roma che confluiranno tutte le informazioni relative alle indagini in corso sul sito sessista, denunciato e parzialmente oscurato dopo vent’anni di attività per avere pubblicato immagini hot di donne senza il loro consenso. E sempre all’ufficio inquirente della Capitale farà capo l’indagine sul gruppo Facebook Mia Moglie, che raccoglieva a loro insaputa foto di donne in momenti intimi, condivise da fidanzati, mariti e amanti.
Per il gruppo Fb i pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, ipotizzano il reato di revenge porn partendo da quanto emerso finora dalle verifiche della polizia postale. Nello stesso procedimento potrebbe confluire anche il filone d’inchiesta sul sito internet Phica sul quale, al momento, i magistrati non hanno ancora aperto un fascicolo unico e questo per diversi motivi. Da un lato per una questione di territorialità, in quanto le denunce stanno arrivando da tutta Italia, dall’altro perché i profili di reato sono numerosi e ancora da circoscrivere. Dalle varie informative della polizia giudiziaria si profilano ipotesi di reato che vanno dal reato di revenge porn all’istigazione al reato di stupro, fino all’estorsione visto che, alcune vittime, avrebbero ricevuto richieste di denaro per ottenere la rimozione delle immagini.
A Firenze i pm indagano per diffamazione ai danni della sindaca, Sara Funaro, tra le prime a denunciare la piattaforma. «Mai sentito il nome del gestore – ha detto – ho denunciato perché anche le altre vittime reagiscano contro questo tipo di violenza». E infatti diverse sono le donne che, in questi giorni, stanno denunciando e raccontando le loro storie. Una di loro ha spiegato che, dopo essersi accorta delle sue foto on line, ha letto i commenti e ha scoperto che le immagini erano state caricate dal tecnico che aveva il suo cellulare in riparazione.
La donna ha anche aggiunto di essersi resa conto di essere tra le ignare vittime della piattaforma sessista quando ha iniziato a ricevere sui social continue richieste di amicizia da maschi. Secondo l’Adkronos, l’admin di Phica.net il 4 febbraio del 2022 avrebbe scritto in una “discussione” che sul sito erano «accettati minorenni vestiti», al contrario dei minorenni nudi o in intimo, «vietati e da segnalazione se trovati».