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Ucraina, Trump parla di pace “in due settimane”. L’Ue avverte: è una trappola

WASHINGTON – “Direi che nelle prossime due settimane sapremo in un modo o nell’altro. Dopodiché, forse dovremo adottare un approccio diverso”, ha dichiarato il presidente americano Donald Trump, senza aggiungere altro, al conduttore conservatore Todd Starnes, che gli aveva chiesto se ci sarebbe stata la pace.

Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito con scetticismo: “Al momento, i segnali inviati dalla Russia sono semplicemente indecenti. Stanno cercando di sottrarsi alla necessità di organizzare un incontro”. Mosca, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha lanciato un attacco senza precedenti contro l’Ucraina, utilizzando 574 droni e 40 missili, secondo l’aviazione ucraina: il numero più alto dalla metà di luglio.

Mosca sembra aver accettato in linea di principio un incontro, ma non ci sono né una data né un luogo. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha affermato che “Putin è pronto a incontrare Zelensky quando l’agenda del vertice sarà pronta, e questa agenda non è affatto pronta”. Ha poi aggiunto: “Dopo Anchorage, il presidente Trump ha proposto diversi punti che condividiamo e su alcuni di essi abbiamo concordato… di mostrare una certa flessibilità”. Lavrov ha anche accusato Zelensky di aver “respinto tutte le proposte di Trump per la risoluzione della crisi ucraina, ritenute necessarie dagli Stati Uniti”.

Sulla questione dei negoziati, l’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha messo in guardia dalla possibilità che all’Ucraina venga chiesto di cedere territori in cambio della pace. “Stiamo dimenticando che la Russia non ha fatto alcuna concessione e che sono loro gli aggressori in questo caso”, ha detto alla Bbc. “Concentrare i negoziati sulla cessione del territorio da parte dell’Ucraina è una trappola in cui Putin vuole farci cadere”, ha insistito. Kallas ha inoltre sostenuto che “la più forte garanzia di sicurezza è un forte esercito ucraino” e che “le garanzie non devono essere solo sulla carta”. Ha aggiunto che spetta agli Stati membri della “coalizione dei volenterosi” stabilire esattamente in che modo contribuire alla sicurezza ucraina e che non è ancora chiaro con quale struttura opereranno.

Intanto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, è giunto a Kiev per una visita non annunciata. In conferenza congiunta con Zelensky ha rilanciato l’appello per “solide garanzie di sicurezza” per l’Ucraina. Zelensky ha dichiarato: “durante il nostro incontro abbiamo parlato soprattutto di quali possano essere i nostri prossimi passi comuni per garantire maggiore sicurezza all’Ucraina e all’Europa intera e avvicinarci alla fine reale della guerra”. Ha poi aggiunto: “La cosa più importante è la nostra diplomazia, le garanzie di sicurezza e le armi per i nostri soldati. In particolare, è già operativo il programma Purl, che consente di acquistare armi americane con i fondi dei partner. Sono già stati stanziati 1,5 miliardi di dollari dai Paesi europei. Si tratta di una cifra significativa.” Rimangono tuttavia le ombre di una pace che tutti sembrano volere ma nessuno vuole raggiungere.

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