WASHINGTON – “Gli europei dovranno farsi carico della parte più pesante. È il loro continente, la loro sicurezza.” Con queste parole il vicepresidente americano JD Vance ha indicato chiaramente la linea degli Stati Uniti rispetto alle future garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Intervistato da Fox News, Vance ha ribadito che Washington “potrà aiutare se necessario”, ma spetterà all’Europa la “parte del leone” nel sostenere Kiev.
Secondo fonti riportate da The Times, l’Europa starebbe chiedendo agli Usa lo schieramento di caccia F-35 in Romania, sistemi missilistici Patriot e Nasams per l’Ucraina, e l’utilizzo autorizzato di aerei da ricognizione sul Mar Nero. A queste richieste si aggiunge l’accesso garantito al sistema gps e all’intelligence americana.
Intanto, da Roma arriva una proposta che prevede la rinuncia all’adesione dell’Ucraina alla Nato in favore di accordi bilaterali con i singoli Paesi. Il piano, sostenuto dalla premier Giorgia Meloni, mira a creare un meccanismo di reazione rapida: sostegno militare entro 24 ore in caso di aggressione. Nessun dispiegamento diretto di truppe Nato in Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato la necessità di definire un’“architettura concreta” di garanzie entro 7-10 giorni, premessa per organizzare un incontro trilaterale con Stati Uniti e Russia. “Vogliamo evitare gli errori del Memorandum di Budapest del 1994”, ha dichiarato Zelensky, riferendosi all’accordo che non riuscì a impedire l’invasione russa nonostante le rassicurazioni sulla sovranità ucraina.
Zelensky ha poi ringraziato i Paesi europei e gli Stati Uniti per il sostegno militare, sottolineando che il contingente principale sarà costituito da ucraini, mentre agli alleati si chiede supporto logistico, aereo e finanziario. Cina esclusa: “Non ci ha aiutati quando serviva”, ha dichiarato il presidente, respingendo ogni ruolo di Pechino come garante.
Da parte sua, la Russia ha respinto le iniziative occidentali definendole “inutili” e “scollegate dalla realtà”. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha attaccato la cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi”, accusandola di voler sabotare “i progressi raggiunti da Trump” nei colloqui con Putin. Mosca ha avvertito che ogni discussione sulle garanzie senza il coinvolgimento russo è “destinata a fallire”.
Secondo Politico, l’impegno americano sarà minimo. Il sottosegretario alla Difesa Elbridge Colby avrebbe confermato che Washington non intende assumere un ruolo centrale nel sistema di garanzie, lasciando all’Europa la gestione concreta della sicurezza dell’Ucraina.
In attesa di un possibile vertice con Putin, Zelensky continua a consolidare il fronte diplomatico. Un incontro diretto tra i leader, ha dichiarato Vance, potrebbe “sbloccare ciò che i rispettivi team non sono riusciti a risolvere”.