ROMA – “La decisione di Israele di autorizzare il nuovo insediamento E1 in Cisgiordania è contraria al diritto internazionale e rischia di compromettere definitivamente la soluzione dei due Stati e, in generale, una prospettiva politica per giungere a una pace giusta e duratura”. Con queste parole, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha condannato con fermezza l’ultima iniziativa del governo Netanyahu, che prevede la costruzione di 3.400 unità abitative in un’area che spaccherebbe in due la Cisgiordania.
“La decisione di procedere con l’occupazione di Gaza, in risposta al disumano attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 – ha aggiunto Meloni – costituisce un’ulteriore escalation militare che non potrà che aggravare la già drammatica situazione umanitaria”. La premier ha quindi rilanciato l’impegno dell’Italia per il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il rafforzamento dei corridoi umanitari. “L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori ed è pronta a fare la sua parte in uno scenario post-conflitto”, ha dichiarato.
A sostegno della posizione del governo italiano, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha firmato una dichiarazione congiunta insieme ad altri 20 Paesi e all’Unione Europea. Il documento condanna la decisione israeliana e ne chiede la revoca “con la massima fermezza”. Tajani ha evidenziato che “questo piano compromette irrimediabilmente la soluzione a due Stati, dividendo il futuro Stato palestinese e limitando l’accesso dei palestinesi a Gerusalemme”. Anche il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha chiesto a Israele di fare un passo indietro, definendo il progetto “una minaccia esistenziale alla soluzione dei due Stati”.
Dall’opposizione, Elly Schlein (Pd) ha accusato Meloni di ipocrisia e passività: “Quello che non dice è quello che ci si aspetta dalla presidente del Consiglio: quali azioni concrete intende intraprendere il governo italiano per fermare Netanyahu e il suo piano criminale”.