BRUXELLES – L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa formale che stabilisce nuove regole per il commercio e gli investimenti transatlantici. L’annuncio è arrivato da Maroš Šefčovič, commissario europeo al Commercio, durante una conferenza stampa a Palazzo Berlaymont. L’accordo, che fa seguito all’intesa di massima raggiunta a luglio in Scozia, ha ricevuto una prima valutazione positiva da parte del Coreper.
La dichiarazione definisce un quadro equo, stabile e reciprocamente vantaggioso. Gli Stati Uniti applicheranno un’aliquota tariffaria massima del 15% alla maggior parte delle esportazioni europee, tra cui automobili, semiconduttori, prodotti farmaceutici e legname. Le merci già soggette a dazi superiori al 15% secondo la clausola della “nazione più favorita” non subiranno ulteriori imposizioni.
Tra le misure più rilevanti, la riduzione delle tariffe previste dalla Sezione 232 statunitense per automobili e componenti europei, condizionata all’approvazione da parte dell’Ue di una proposta legislativa su dazi zero per alcuni prodotti agroalimentari americani.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha sottolineato i benefici per imprese e cittadini: “Stabilità, prevedibilità e posti di lavoro per l’Europa. Questo accordo rafforza la nostra partnership economica con gli Stati Uniti.” Šefčovič ha ribadito: “L’alternativa sarebbe stata una guerra commerciale. Questo accordo evita quella strada e protegge quasi 5 milioni di posti di lavoro nell’Ue.”
Il documento include anche impegni sul commercio energetico: l’Ue acquisterà gas petrolio e prodotti energetici nucleari dagli Stati Uniti per un valore stimato di 750 miliardi di dollari entro il 2028. Le parti si impegnano inoltre a rimuovere barriere non tariffarie che limitano il commercio bilaterale in campo energetico.
Fuori dai negoziati sono rimaste le normative su digitale e servizi online. “L’autonomia normativa resta fondamentale. Non ci sono riferimenti al Digital Market Act o al Digital Services Act”, ha chiarito Šefčovič. Restano aperte alcune questioni: i dazi su vino, birra e alcolici non sono stati inclusi nell’accordo. “Non ci arrendiamo: continueremo a negoziare per espandere i settori beneficiari, anche su acciaio e alluminio”, ha assicurato il commissario.