NAPOLI – Due detenuti stranieri, l’algerino Mahrez Souki, 32 anni, e il siriano Kazem Mohmed Elokla, 23 anni, entrambi in carcere a Napoli-Poggioreale per rapina, sono evasi la scorsa notte dal penitenziario partenopeo. Approfittando del buio, tra le 3 e le 4 del mattino, hanno praticato un foro nel muro della cella e, utilizzando una corda rudimentale fatta con lenzuola, si sono calati lungo la cinta per poi fuggire all’esterno.
L’allarme è scattato regolarmente, ma solo ore dopo è stato possibile rintracciarli. Prima è stato catturato Elokla, poi Souki, grazie a un’operazione condotta dal Nic della polizia penitenziaria di Roma e dal Nir Campania, con l’ausilio degli agenti in servizio a Poggioreale.
L’evasione ha scatenato dure reazioni dai sindacati della polizia penitenziaria, che denunciano da tempo il collasso del sistema carcerario italiano. Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, ha parlato di “un fatto più che mai significativo delle condizioni in cui versa la stragrande maggioranza degli istituti penitenziari italiani”. Per lui, l’evento è stato reso possibile “approfittando della oramai ridotta presenza di personale di Polizia Penitenziaria nel mese di agosto per i necessari controlli”.
Il segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio, ha sottolineato: “A Poggioreale sono ammassati 2.114 detenuti a fronte di 1.332 posti disponibili, con un surplus del 159%, mentre gli agenti assegnati sono appena 660, pari a quasi la metà rispetto al fabbisogno. Sfidiamo qualsiasi sistema organizzato a funzionare efficacemente in simili condizioni”.
Sulla stessa linea Donato Capece, leader del Sappe, che ha definito l’accaduto “un fatto di estrema gravità che non può passare sotto silenzio. Poggioreale, un tempo fortezza inespugnabile, oggi diventa il simbolo del crollo dell’intero sistema penitenziario. Il personale di polizia penitenziaria è stremato, costretto a turni massacranti e all’accorpamento dei posti di servizio”.
Le associazioni sindacali chiedono da tempo assunzioni straordinarie, riforme strutturali e accordi con i Paesi di provenienza per il trasferimento dei detenuti stranieri. Ma per il momento, la vicenda di Souki ed Elokla resta l’ennesimo campanello d’allarme di un sistema penitenziario al collasso, con sovraffollamento al 134% e 53 suicidi tra i detenuti dall’inizio dell’anno.