GAZA – Hamas ha accettato la nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza, avanzata dai mediatori egiziani e qatarioti, senza chiedere modifiche, aprendo la strada a una possibile tregua dopo oltre 22 mesi di guerra. Il piano prevede una tregua di 60 giorni durante la quale il gruppo rilascerà circa la metà dei 50 ostaggi israeliani ancora in vita, in due fasi. In cambio, è previsto il rilascio di prigionieri palestinesi e l’avvio di trattative per una cessazione definitiva delle ostilità e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia.
Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha ribadito che l’Egitto non permetterà alcun piano di sfollamento forzato dei palestinesi da Gaza verso il Sinai, definendo la possibilità “una linea rossa”. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di raggiungere un accordo, viste le condizioni umanitarie disastrose nel territorio assediato, dove la fame e la mancanza di cure hanno già provocato oltre 260 morti. Abdelatty ha accusato Israele di ostacolare deliberatamente l’ingresso degli aiuti umanitari e ha avvertito che qualsiasi tentativo di minacciare la sovranità egiziana comporterà serie conseguenze.
L’apertura di Hamas arriva mentre il premier israeliano Netanyahu continua a rifiutare un accordo che non preveda la consegna simultanea di tutti gli ostaggi e il disarmo completo di Hamas. Tuttavia, in Israele cresce la pressione interna: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv e Gerusalemme per chiedere al governo un accordo immediato per il rilascio degli ostaggi. Resta ora da vedere se Israele accetterà formalmente il piano e se vi sarà la volontà politica necessaria per porre fine a un conflitto che ha causato oltre 62mila morti nella Striscia di Gaza.