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Berlino attacca Pechino: “alimenta tensioni in Asia e in Ucraina”. Dura la risposta cinese

PECHINO – La Cina ha riaffermato il proprio impegno per una “riunificazione pacifica” con Taiwan, pochi giorni dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che il leader cinese Xi Jinping gli avrebbe promesso di non invadere l’isola durante la sua permanenza alla Casa Bianca. La posizione ufficiale di Pechino è stata ribadita dalla portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, che ha definito la questione taiwanese “un affare interno della Cina”, precisando che Pechino non intende tollerare “alcuna forma di secessione” da parte dell’isola. “Siamo pronti a lavorare con massimo impegno e sincerità alla riunificazione pacifica – ha dichiarato Mao – ma non permetteremo a nessuno di separare Taiwan dalla Cina in alcun modo”.

Il tono delle dichiarazioni giunge in un contesto diplomatico teso, segnato da nuove frizioni tra Pechino e l’Occidente, in particolare Berlino. Il governo cinese ha duramente criticato il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, accusandolo di “infiammare le tensioni regionali in Asia” con i suoi recenti interventi pubblici. Wadephul, in missione diplomatica in Giappone e Indonesia, ha denunciato il “comportamento sempre più aggressivo” della Cina nello Stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Orientale e Meridionale. In risposta, Mao Ning ha ammonito contro “l’incitamento allo scontro e l’inasprimento delle tensioni”, sottolineando che “la stabilità regionale non può essere garantita da chi semina divisione e diffidenza”.

Durante una tappa a Tokyo, Wadephul ha ulteriormente acuito lo scontro diplomatico affermando che la guerra della Russia contro l’Ucraina sarebbe “resa possibile dal fondamentale sostegno cinese”. Parlando alla Sasakawa Peace Foundation, il ministro tedesco ha citato dati secondo cui “l’80% dei beni a duplice uso impiegati dalla Russia proviene dalla Cina” e ha indicato Pechino come “il principale acquirente di petrolio e gas russi”. Un comportamento, ha detto, “che mina i principi stessi che la Cina sostiene pubblicamente, come la non interferenza e l’integrità territoriale”. In un momento di forte tensione internazionale per via del dossier ucraino, un nuovo fronte diplomatico rischia così di infiammarsi.

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