LAMPEDUSA – Una nuova tragedia nel Mediterraneo centrale: almeno 20 persone hanno perso la vita e circa 20 risultano disperse a circa 14 miglia sud-sud-ovest di Lampedusa. Tra le vittime accertate anche quattro minori. L’imbarcazione, partita dalle coste libiche, aveva tra le 100 e le 105 persone a bordo, di cittadinanza egiziana, somala e sudanese. Dei 60 superstiti, quattro sono ricoverate sotto osservazione.
Tra i primi a commentare la tragedia, Filippo Ungaro, portavoce dell’Unhcr, ha espresso su X “profonda angoscia per l’ennesimo naufragio a largo di Lampedusa, dove ora Unhcr sta assistendo i sopravvissuti. Fino a oggi sono stati 675 i morti dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo centrale. Rafforzare le vie legali”.
Ungaro ha anche ricordato che “sono 122 milioni le persone in fuga da guerre e crisi umanitarie, una cifra record, raddoppiata rispetto a 10 anni fa” ma che “a fronte di questo enorme incremento i fondi disponibili sono sempre di meno”. L’Unhcr ribadisce la necessità di “potenziare e coordinare a livello europeo le operazioni di ricerca e soccorso per supportare il lavoro della Guardia Costiera Italiana”.
Durissimo il commento di Nicola Fratoianni (Avs), che accusa il governo: “Continuate pure a non organizzare un servizio delle Istituzioni europee ed italiane di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. […] Ma questa sera, quando tornate a casa, evitate di guardarvi allo specchio ed evitate di giocare con i vostri bambini. Perché anche i morti di oggi al largo di Lampedusa sono sulla vostra coscienza”.
Di tutt’altra lettura le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che esprime “profondo cordoglio per le vittime” e ribadisce che “è nostro dovere continuare, con determinazione e fermezza, a contrastare questo vergognoso commercio di vite umane e a proteggere chi rischia di esserne vittima”.
Angelo Bonelli attacca: “Queste tragedie non sono fatalità: sono il risultato di scelte politiche precise. Il governo Meloni, con leggi ingiuste e disumane, ostacola le operazioni di ricerca e soccorso in mare. Negare il soccorso significa condannare a morte”.