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Golden power: l’Italia risponde alla Ue sul caso UniCredit–Banco Bpm

L’Italia respinge le accuse dell’Unione Europea sull’uso del “golden power”, lo strumento che consente al governo di bloccare o limitare operazioni su asset strategici. La polemica nasce dal recente intervento dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni nell’operazione di UniCredit per l’acquisizione di Banco Bpm, poi sfumata.

La vicenda affonda le sue radici nel piano del governo di rafforzare Banca Monte dei Paschi di Siena attraverso una fusione con Banco Bpm. L’operazione UniCredit è stata vista come un ostacolo a questa strategia. Roma ha così imposto condizioni stringenti utilizzando il “golden power”, mantenendo la linea dura anche dopo che un tribunale aveva annullato due vincoli e che l’Ue aveva messo in guardia dal “non interferire”.

Secondo fonti vicine al dossier, il governo ha inviato a Bruxelles una lettera in cui sostiene che “i termini fissati per autorizzare l’operazione erano conformi alla normativa Ue”. La risposta è arrivata dopo che la Commissione aveva rilevato, in via preliminare, che l’Italia “potrebbe aver violato il diritto comunitario”. Da parte italiana nessun commento ufficiale, mentre la Commissione ha confermato di aver ricevuto il documento. “La Commissione valuterà ora la risposta dell’Italia e considererà i prossimi passi”, ha dichiarato la portavoce Lea Zuber.

UniCredit, il mese scorso, ha deciso di ritirare l’offerta all-share per Banco Bpm, ponendo fine a uno stallo di otto mesi con il governo. Nonostante la rinuncia, l’indagine europea prosegue e potrebbe sfociare in una procedura d’infrazione. L’esito, avvertono gli analisti, potrebbe incidere sulle future strategie di acquisizione dell’istituto, con l’amministratore delegato Andrea Orcel che ha lasciato intendere la possibilità di riaprire il dossier “se le condizioni cambiassero significativamente”.

Il braccio di ferro mette in luce la resistenza politica alle fusioni bancarie transfrontaliere, fenomeno non limitato all’Italia: anche in Spagna, il progetto di acquisizione di Banco Sabadell da parte di Bbva incontra forti opposizioni governative. Bruxelles, che in passato aveva già dato il via libera a un’eventuale fusione UniCredit–Banco Bpm, ritiene che l’intervento di Roma “potrebbe violare le norme europee sulle concentrazioni” e sarebbe “incompatibile con altre disposizioni del diritto dell’Ue, incluse quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale della Bce”.

La partita, ora, si sposta a Bruxelles, dove la Commissione deciderà se trasformare le proprie contestazioni preliminari in un procedimento formale che potrebbe avere ripercussioni sia sulla politica industriale italiana sia sull’assetto del sistema bancario nazionale.

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