WASHINGTON – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump respinge le pressioni europee e conferma; al vertice in Alaska non è prevista la presenza dell’Ucraina. “Poi ci saranno altri incontri: fra Putin e Zelensky, magari ci sarò anche io. Voglio metterli seduti in una stanza. Ma venerdì ci sarà solo un faccia a faccia con il leader russo”.
L’Unione europea ha convocato una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri, in videoconferenza, per fare il punto. Alla sessione ha partecipato anche il ministro degli Esteri ucraino Andriï Sybigua, con l’obiettivo di presentare un fronte comune e di ribadire — come ha sottolineato l’Alto rappresentante Kaja Kallas — che “qualsiasi accordo tra Stati Uniti e Russia deve includere l’Ucraina e l’Ue perché è una questione di sicurezza per l’Ucraina e per tutta l’Europa”.
Gli Stati Uniti hanno acconsentito a “discutere la propria posizione”, secondo quanto dichiarato dal premier polacco Donald Tusk. Il governo tedesco ha reso noto che Trump chiamerà i leader europei mercoledì 13. Non è tuttavia prevista la partecipazione di alcun Paese Ue al vertice.
Secondo indiscrezioni da Washington, il Cremlino avrebbe messo sul tavolo una proposta che prevede la cessione a Mosca dell’Ucraina orientale in cambio della fine delle ostilità. Un’ipotesi immediatamente respinta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che su X ha scritto: “Qualsiasi decisione senza l’Ucraina è una decisione contro la pace”. Intervenendo pubblicamente, Zelensky ha accusato Mosca di voler manipolare i negoziati: “Comprendiamo l’intenzione della Russia di cercare di ingannare l’America, e non lo permetteremo. Apprezzo molto la determinazione con cui il presidente Trump vuole porre fine alle uccisioni in questa guerra”.
La Casa Bianca non ha escluso un incontro trilaterale, anche se per ora la presenza di Zelensky in Alaska non è prevista. L’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova, ha dichiarato di essere “fiduciosa” riguardo al tentativo di Trump e che il leader ucraino è “pronto a essere ovunque” se invitato. Ha sottolineato che “tutta l’Ucraina prega affinché Trump sia efficace e ottenga grandi risultati”, ricordando che “non è stata l’Ucraina a iniziare questa guerra. Putin ha iniziato questa guerra nel 2014, ha continuato con un’invasione a pieno titolo nel 2022”.
Dal lato statunitense, il vicepresidente James David Vance ha precisato che l’amministrazione Trump intende “porre fine al business del finanziamento della guerra in Ucraina” e puntare a una soluzione pacifica. “Vogliamo fermare le uccisioni. Ma gli americani sono stanchi di continuare a inviare i loro soldi a questo conflitto”.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha definito l’appuntamento di venerdì “un momento importante perché metterà alla prova Putin, la sua serietà nel mettere fine a questa terribile guerra”, ricordando che Trump “ha rotto una situazione di stallo con Putin a febbraio” e ottenuto “uno dei maggiori successi di politica estera degli Stati Uniti negli ultimi due anni” con l’impegno degli alleati Nato a portare la spesa militare al 5% del PIL.
Dopo l’incontro di sabato nel Kent con funzionari ucraini e americani, Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Polonia, Finlandia e Commissione europea hanno diffuso una dichiarazione congiunta: “una soluzione diplomatica deve tutelare gli interessi vitali dell’Ucraina e dell’Europa in materia di sicurezza”, includendo “garanzie solide e credibili che consentano all’Ucraina di difendere la propria sovranità e integrità territoriale”.