Il Consolato italiano è riuscito a farli spostare nel centro Ice di Krome. Farnesina sottolinea che le famiglie sono state informate
Usciti dall’incubo. Fernando Eduardo Artese e Gaetano Cateno Mirabella Costa sono stati trasferiti dal centro per immigrati illegali Alligator Alcatraz: il Consolato italiano a Miami è riuscito a farli spostare nel centro Ice di Krome. Forse più umano, almeno senza alligatori all’esterno, senza pitoni. Lo riferisce la Farnesina in una nota sottolineando che le famiglie sono state informate.
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Le famiglie dei due connazionali – riferisce la nota – hanno già caricato sul cosiddetto “detainee account”, una sorta di “carta prepagata” che i detenuti hanno a disposizione per spese consentite, il denaro necessario per acquistare un biglietto aereo in ogni momento utile, se consentito dalle autorità americane.
In particolare, inoltre, i familiari di Mirabella Costa hanno trasferito a Krome gli effetti personali del nipote, che saranno presi in custodia da Ice stessa per metterlo in condizione di partire per l’Italia non appena ottenuto il permesso dal giudice dell’immigrazione. Fernando Artese potrebbe partire per l’Italia molto presto, mentre Mirabella Costa dovrà presentarsi davanti a un giudice che valuterà le fattispecie di reato che gli sono addebitate.

A uno dei due connazionali, che aveva passaporto scaduto è stato consegnato un nuovo passaporto temporaneo che le autorità della Florida hanno accettato e riconosciuto; il documento potrà accelerare le procedure per l’espulsione.
«Siamo in gabbia, chiusi, come in un pollaio. Fateci uscire da questo incubo», aveva detto qualche giorno fa ai microfoni del Tg2 Gaetano Mirabella Costa, 45enne di origini siciliane detenuto da giorni nel centro per migranti irregolari Alligator Alcatraz, in Florida. Le condizioni, aveva raccontato, sono disumane: «Non ho accesso a un avvocato né a un giudice. Siamo in 32 dentro una gabbia, i bagni sono aperti, tutti guardano». La madre, Rosanna Mirabella Costa, aveva riferito che il figlio è stato portato in udienza «con catene ai piedi e alle mani». Con lui, nel carcere simbolo della lotta all’immigrazione di Donald Trump, si trovava anche Fernando Eduardo Artese, 63enne italo-argentino.
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Il progetto del centro Alligator Alcatraz è stato ideato dal procuratore generale della Florida, James Uthmeier, ed è sostenuto da Trump e dal governatore Ron DeSantis. Alligator Alcatraz detiene migranti irregolari in attesa di espulsione, è stato costruito in otto giorni su un’ex pista d’atterraggio nelle paludi delle Everglades, in Florida, in un’area soggetta a uragani. “Non possono restare bloccati da un uragano se si auto-deportano”, ha scritto su X il leader repubblicano Bill Helmich. Il centro è sorvegliato da 200 telecamere, 8.500 metri di filo spinato e 400 addetti alla sicurezza.
Trump ne è molto soddisfatto, Mar-a-Lago, il suo resort, si trova a meno di 50 miglia di distanza. Il presidente Usa è andato in visita il 1° luglio: “Insegneremo ai detenuti com’è scappare da un alligatore se evadono. Bisogna correre a zigzag: le probabilità di sopravvivere aumentano dell’1%”. Secondo Trump la prigione è destinata ad accogliere “alcuni dei migranti più pericolosi al mondo”. Pur definendolo un centro «controverso», ha dichiarato che «non gliene frega nulla», aggiungendo: «Potrebbe essere più duro della vera Alcatraz».