Il video ai parlamentari su Facebook. Slitta ancora l’esame del disegno di legge al Senato, a settembre il voto sugli emendamenti
“Io sono Laura Santi. E quando vedrete questo video, non ci sarò più. Avrò scelto, per mia volontà e mio diritto, di smettere di soffrire. Non voglio lasciare un Paese che ignori o si prenda gioco dei malati più gravi”. Così inizia il videomessaggio sulla pagina Facebook della giornalista che ieri, 22 luglio, ha scelto di auto somministrarsi il farmaco letale nella sua casa di Perugia, accanto al marito Stefano Massoli. A lui ha affidato la pubblicazione di un video in cui è ancora in vita. E chiede.
LEGGI Laura Santi morta con marito accanto: «Ricordatemi»
“Quel disegno di legge sul fine vita è davvero infausto. Vi chiedo, da esseri umani, di respingerlo”. Santi si rivolge ai parlamentari italiani prima di morire con il suicidio assistito. “Non è una legge che regola il fine vita, ma che lo esclude”, dice Laura nel video. “Non abbiate paura: questo diritto non porterà ad alcun abuso. Vi chiedo solo buon senso, da esseri umani”.
Con voce commossa, Santi si rivolge direttamente al Paese: “Vi prego, con tutto il cuore. Fate quello che volete con la politica, ma vi supplico: occupatevi delle sofferenze dei malati più gravi”. Poi, il congedo: “Vi scongiuro. Oggi è Laura che parla a voi come esseri umani. Sono certa che, dopo aver visto questo video, rifletterete e voterete seguendo la vostra coscienza. Onorevoli, grazie, e buon proseguimento di vita”.
Intanto, l’iter del disegno di legge sul fine vita slitta a settembre. Le Commissioni Giustizia e Sanità, riunite per discuterne, hanno deciso che nei prossimi giorni si procederà solo con l’illustrazione degli emendamenti. Le votazioni riprenderanno dopo la pausa estiva. Al testo di maggioranza sono stati presentati 140 emendamenti, di cui solo 18 dalla stessa maggioranza (10 da Fratelli d’Italia, 3 da Forza Italia, 5 da Noi Moderati; nessuno dalla Lega). Il resto proviene dalle opposizioni.
Laura Santi aveva 50 anni. Era affetta da una forma avanzata e progressiva di sclerosi multipla. A comunicare la sua morte è stata l’Associazione Luca Coscioni, di cui Laura era attivista e consigliera generale. “Dopo anni di progressione della malattia e un ultimo anno segnato da un peggioramento feroce delle condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili”, ha dichiarato il marito. Stefano.