Home / Notizie / «Anti-americana e woke»: Trump ritira di nuovo gli Usa dall’Unesco

«Anti-americana e woke»: Trump ritira di nuovo gli Usa dall’Unesco

La decisione dopo revisione di 90 giorni ordinata lo scorso febbraio per analizzare eventuali tendenze anti-Israele dell’organizzazione


Ci risiamo. Gli Stati Uniti si ritirano nuovamente dall’Unesco. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato americano, confermando le anticipazioni della stampa e motivando la decisione con l’opposizione a quella che definisce “un’agenda globalista e ideologica per lo sviluppo internazionale, in contrasto con la politica estera ‘America First’”. Secondo Trump l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza, la Cultura, la Comunicazione e l’Informazione adottare posizioni “anti-americane” e “anti-israeliane” e promuove un’agenda considerata “woke”. Una scelta dettata da motivazioni apertamente ideologiche, almeno secondo quanto dichiarato dall’amministrazione.

“Il presidente Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’Unesco, che sostiene cause culturali e sociali divisive e lontane dal buonsenso che gli americani hanno scelto a novembre”, ha dichiarato la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, come riportato dal New York Post

L’ammissione dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo dell’organizzazione viene indicata come una delle principali ragioni del ritiro: secondo Washington, si tratta di una mossa “altamente problematica, contraria alla linea politica statunitense e responsabile della diffusione di retoriche anti-israeliane all’interno dell’Unesco”.

La direttrice generale dell’organizzazione, Audrey Azoulay, ha espresso “profondo rammarico” per la scelta dell’amministrazione Trump, sottolineando però che si trattava di una possibilità già prevista e per la quale l’Unesco era preparata. Trump aveva già ritirato gli Stati Uniti dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura durante il suo primo mandato, nell’ottobre 2017.

Il New York Post ricorda che lo scorso febbraio il presidente aveva ordinato una revisione di tre mesi della partecipazione americana all’Unesco. Durante quel periodo, funzionari dell’amministrazione avevano sollevato forti critiche nei confronti delle politiche dell’organizzazione in tema di diversità, equità e inclusione, denunciando anche presunti pregiudizi filopalestinesi e filocinesi. “Per quanto deplorevole possa essere, questo annuncio non ci coglie impreparati”, ha dichiarato Azoulay.

Trump uscì nel 2017, Biden rientra nel 2023

Il 12 ottobre 2017, l’amministrazione Trump annunciò l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall’Unesco. La decisione venne giustificata citando una presunta “parzialità anti-israeliana”, la necessità di profonde riforme interne e l’accumulo di debiti verso l’organizzazione. Il ritiro divenne effettivo il 31 dicembre 2018: da quel momento, Washington perse lo status di membro a pieno titolo, mantenendo soltanto quello di osservatore.

Non si trattava di un precedente assoluto: gli Stati Uniti avevano già abbandonato l’Unesco nel 1984 sotto la presidenza Reagan, per poi rientrare nel 2002. I finanziamenti statunitensi all’agenzia erano stati sospesi nel 2011, durante il mandato di Barack Obama, in seguito al riconoscimento della Palestina come Stato membro. Tuttavia, il ritiro formale avvenne solo durante la presidenza Trump.

Nel giugno 2023, l’amministrazione Biden annunciò la volontà di rientrare a pieno titolo nell’organizzazione, come parte di una più ampia strategia volta a rafforzare le alleanze internazionali e rilanciare il ruolo degli Stati Uniti negli organismi multilaterali. Il ritorno fu ufficializzato il 25 luglio 2023, con una cerimonia presso la sede dell’Unesco a Parigi, alla quale partecipò anche la First Lady Jill Biden, con tanto di cerimonia dell’alzabandiera.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *