La mozione di censura respinta con 360 no, 175 sì e 18 astenuti. Fratelli d’Italia, il gruppo di Giorgia Meloni, non ha partecipato al voto
L’Eurocamera ha respinto la mozione di sfiducia contro la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen con 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti. Al voto hanno partecipato 553 eurodeputati. Per essere approvata, la mozione – presentata dal conservatore romeno Gheorghe Piperea, esponente del gruppo ECR – avrebbe dovuto raccogliere almeno 360 voti favorevoli e i due terzi dei voti espressi. Nonostante la tensione crescente all’interno della maggioranza che sostiene la Commissione, l’offensiva non ha avuto successo.
Il tentativo di sfiducia è stato ordito da Piperea, figura poco nota a Bruxelles, ma rappresentativa del crescente malcontento tra le fila della destra conservatrice. Nella mozione si è concentrata tutta la frizione che da mesi attraversa la cosiddetta “maggioranza Ursula”. Verdi, Socialisti e Liberali hanno più volte accusato il PPE di giocare su due fronti: sostenere formalmente la Commissione, ma al tempo stesso flirtare politicamente con l’estrema destra del gruppo ECR.
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L’ira dei Socialisti sembrava stavolta potesse tradursi in un’astensione compatta, ma dopo una lunga riunione serale lo strappo è rientrato. Fonti del gruppo S&D hanno dichiarato di aver ottenuto garanzie sul Fondo Sociale nel bilancio pluriennale, elemento decisivo per ricomporre temporaneamente la frattura. Così, per von der Leyen si è evitato lo scenario più critico: quello di ottenere il sostegno quasi esclusivo di Popolari e Liberali, apparendo isolata rispetto al resto della maggioranza europeista.
Tuttavia, anche all’interno dell’Aula non sono mancati segnali di insofferenza: 167 eurodeputati non hanno partecipato al voto. E i 360 voti contrari alla mozione risultano inferiori ai 401 che un anno fa avevano eletto von der Leyen e ai 370 ottenuti dalla Commissione in occasione del voto di fiducia. L’instabilità della maggioranza appare dunque evidente.
Anche i partiti italiani si sono divisi sulla questione. Fratelli d’Italia, nonostante gli annunci dei giorni precedenti, ha scelto di non partecipare al voto, evitando così di prendere una posizione netta. Forza Italia ha votato contro la sfiducia, la Lega a favore. Il Partito Democratico ha votato no, mentre il Movimento 5 Stelle ha sostenuto la mozione.
All’interno dello stesso gruppo ECR è emersa una seconda sorpresa: Nicola Procaccini, co-presidente e volto di Fratelli d’Italia in Europa, nel dibattito di lunedì si era dichiarato contrario alla mozione, parlando di opinione personale. Tuttavia, quella dichiarazione è sembrata a molti un chiaro messaggio politico, con il probabile intento di orientare tutto il gruppo italiano alla prudenza. E così è stato.
Per ora, quindi, la Commissione regge. Ma la “verifica” dei rapporti di forza è solo rinviata a settembre. E il malumore nei confronti di von der Leyen – accusata di aver progressivamente spostato l’asse politico a destra – continua a serpeggiare tra Socialisti e Liberali. La guerra per la futura leadership europea è appena cominciata.