Per il leader forzista i tempi del dibattito sulla questione «li decidiamo noi e non la sinistra». Ancora scintille nella maggioranza
Ad Antonio Tajani non va proprio giù che il rilancio estivo della sua proposta sullo ius Italiae sia stato rispedito al mittente da Fdi con frasi tranchant come “fuori tema rispetto al programma di governo” e così il leader di Forza Italia, a margine del forum in masseria a Manduria, passa addirittura a “calendarizzare” i tempi per la discussione delle proposte sulla cittadinanza, tema caro alle forze di minoranza che non vedrebbero l’ora di metterci le mani sopra.
Il leader forzista, però, risponde che i tempi “li decidiamo noi e non di certo la sinistra”. Insomma, per Tajani lo ius Italiae, come lui preferisce chiamarlo (anziché ius scholae) è un jolly da calare sui tavoli ad hoc, perché “decidiamo noi quando è più utile per l’Italia aprire un dibattito su questo”. Detto così può sembrare l’ennesima marcia indietro alla Tajani, ma lui anticipa: ”Non faccio nessuna marcia indietro. Dico soltanto che adesso il parlamento sta facendo la riforma della giustizia, che è una riforma costituzionale ed è una nostra priorità. Poi ci sono tanti decreti, è tutto ingolfato. Dopo la pausa estiva ci sarà la manovra. Vedremo quali saranno i tempi giusti, ma non facciamo marcia indietro. Stiano tutti tranquilli”. Calma e gesso mica tanto. Le sue uscite sullo ius Italiae hanno fatto imbufalire la Lega (indisponibile perfino a parlarne) e anche diversi pezzi grossi del partito di Giorgia Meloni.
“Noi crediamo che non sia un tema che interessa gli italiani – sottolinea Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fdi -. La legge va bene com’è, lo ha confermato anche il referendum. Ci possono essere visioni diverse nella maggioranza, non siamo un partito unico, ma l’opposizione non s’insinuerà come un cuneo, non si illudano”.
Tema archiviato? Chi vivrà vedrà, l’estate è ancora in pieno svolgimento e ci si può scommettere che il segretario di Forza Italia, un diplomatico tenace, non mollerà l’osso. Infatti, ha appena detto: “Non voglio mettere in difficoltà il governo, sono colui che ha raccolto l’eredità straordinaria di Silvio Berlusconi, il fondatore del centrodestra. Figuriamoci se posso fare un’azione che metta in difficoltà proprio il centrodestra. Però è mio dovere dire al centrodestra: affrontiamo i problemi sociali e cerchiamo di risolverli, perché non li può e non li deve risolvere la sinistra”. Allora sorge un dubbio: lo ius Italiae è stato suggerito da Marina Berlusconi? Tajani precisa: “Marina Berlusconi è un’amica, ma non abbiamo mai affrontato questo tema, né si è mai espressa su questo”.
IL VIDEOCOMMENTO – Ius scholae, l’occasione persa di Forza Italia di Alessandro Barbano
Le fibrillazioni del centrodestra non si limitano, però, alle uscite estive del vicepremier azzurro. Tema altrettanto divisivo le polemiche sull’aumento dei pedaggi, contenuto in un emendamento poi ritirato dalla maggioranza. “Siamo riusciti a ottenere il ritiro ufficiale dell’emendamento con cui il governo ha provato a istituire la nuova tassa Meloni sulle vacanze degli italiani”, prova a intestarsi il merito Elly Schlein, al che interviene di nuovo Donzelli: “C’è stata una normalissima dinamica parlamentare. C’è stato un dubbio su un emendamento che era nato dal Mit e firmato da tutti, ma che in qualche senso poteva dare un’impressione sbagliata, perché noi le tasse le vogliamo tagliare e le tagliamo, a differenza di quanto vorrebbe la sinistra, quindi il presidente Meloni e il vicepremier Salvini si sono sentiti e hanno chiarito”. Per poi affrettarsi ad aggiungere: “Si sentono chissà quante volte, non c’è nulla di straordinario. Il problema sarebbe se non si parlassero, e invece no. Sinceramente l’idea che possa essere l’opposizione a dire che siamo una maggioranza divisa fa ridere”.
Mare mosso anche al Nazareno, a causa delle future elezioni in Campania. Il terzo mandato per i presidenti regionali è ormai al macero, ma il governatore uscente, Vincenzo De Luca, “minaccia” (è un eufemismo) di restare in sella ancora a lungo e sibila: “Tra un anno magari ci sarò ancora io”. De Luca ha praticamente posto un veto sul fatto che il candidato del campo largo possa essere Roberto Fico (che anche Calenda, comunque, non vuole). Una bella gatta da pelare per Elly Schlein e un ulteriore test di tenuta del campo largo. E sparge benzina sul fuoco Fulvio Martusciello, segretario campano di Forza Italia, che dichiara: “Fico? Mi sembra che il 99 per cento del campo largo lo voglia candidato, quindi penso che sarà lui l’avversario del centrosinistra”. Poi affonda il dito nella piaga: ”La richiesta del figlio di De Luca di fare le primarie non fa altro che accelerare la scelta di Fico. Quindi, facciamoci trovare pronti”.