Il governatore della Campania: «Opere importanti da completare». Fedriga lo gela. Trattative, prime scintille nella maggioranza
Il terzo mandato si è appena squagliato come neve al sole, con la bocciatura della proposta leghista ieri in Commissione Affari costituzionali al Senato, ma ecco che la mossa del governatore della Campania è più veloce della luce. In una missiva al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, numero uno anche della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Vincenzo De Luca chiede un «breve rinvio» delle regionali del prossimo autunno.
De Luca fa presente al collega, con riferimento al Pnrr, che «ci sono interventi di assoluto valore strategico in corso in Campania che rischiano di bloccarsi o di essere ritardati in maniera grave». Elenca poi anche quelli nella sanità che è «il settore con il maggior numero di opere esposte a rischio». La risposta di Fedriga, che pure da governatore in scadenza potrebbe avere interesse ad aderire all’idea, non sembra lasciare spazio a dubbi: «Non possiamo permettere che alcune regioni vadano in bilancio provvisorio». Chiude anche il presidente della Toscana Eugenio Giani, pronto a ricandidarsi, che addirittura anticipa la data del voto, il 12 o il 19 ottobre. Anche se Fedriga fa sapere che ne parlerà con il governo, sembra dunque fallire subito il blitz tentato per continuare il più possibile a governare. Una sorta di proroga del secondo, se non si può avere il terzo.
Per la cronaca, ieri in Commissione Affari costituzionali al Senato l’emendamento per il terzo mandato, primo firmatario il senatore leghista Paolo Tosato, ha ottenuto solo 5 voti a favore (3 dei componenti Lega, 1 dal gruppo delle Autonomie e 1 da Italia viva) e 15 contrari. Si sono astenuti il presidente della Commissione (anche relatore del provvedimento) Alberto Balboni (FdI) e il suo collega di partito, il senatore Domenico Matera. Roberto Calderoli, ministro leghista per gli Affari regionali, ha commentato: «Presentavamo l’emendamento per la quinta volta, c’era l’ipotesi di un potenziale accordo, che però non si è trovato. Lo dico con amarezza» sottolinea, aggiungendo di aver apprezzato «la disponibilità ad affrontare l’argomento e a trovare soluzioni» da parte di Fdi ma non «il muro eretto da Forza Italia».
Il deputato Giovanni Donzelli (FdI), responsabile organizzazione del partito di Giorgia Meloni, nei giorni scorsi aveva già spiegato che senza accordo nella maggioranza il gruppo non avrebbe votato l’emendamento. E adesso che la porta si è chiusa guarda oltre: «Come centrodestra – afferma – puntiamo a confermare il Veneto e a vincere in tutte le Regioni. Come Fratelli d’Italia siamo il partito guida della coalizione. Significa che lavoreremo per tenerla unita, presentando i migliori candidati possibili per vincere e governare». Lo conferma anche il coordinatore veneto dei meloniani Luca De Carlo, tra i nomi circolati per la successione al “Doge” Luca Zaia se Giorgia Meloni rivendicasse per il suo partito la candidatura. Ma la Lega a sua volta è fortemente intenzionata a poter esprimere il nuovo presidente di Regione (il nome secondo gli ultimi boatos potrebbe essere quello del vice di Matteo Salvini, Alberto Stefani). E in questo quadro al momento abbastanza confuso anche i centristi chiedono, come fa l’Udc Antonio De Poli, di smettere con le «prove di forza individuali» e di fare presto a individuare il candidato.
Si annunciano insomma possibili scintille all’interno della coalizione di governo, uno scenario che Forza Italia prova in tutti i modi a far immaginare lontano: il leader Antonio Tajani minimizza. Se ne saprà di più a partire dalla prossima settimana, quando i partiti di maggioranza cominceranno a sedersi ai tavoli della trattativa.
Per ora l’unica candidatura certa nel centrodestra è quella di Francesco Acquaroli, che cerca il bis nelle Marche. Per le altre ci sono diverse ipotesi ma la quadra si potrà davvero trovare solo sciogliendo il nodo del Veneto. Quello della Campania sarà affrontato probabilmente una volta capito cosa accadrà nel campo avversario.
Il centrosinistra, che il Veneto lo dà per perso salvo clamorose divisioni dall’altra parte, punta al 4-1. In Puglia il candidato in pectore è Antonio De Caro, ma i dem starebbero aspettando che l’indicazione del nome arrivi da tutta la coalizione. In Toscana, come detto, si ricandida Giani. La Campania, per cementare il campo largo o progressista, dovrebbe andare a Roberto Fico dei 5Stelle, osteggiato da De Luca, ben consapevole che senza un’intesa con lui la Regione finirebbe in bilico. Le trattative sono in corso da mesi.