Nel weekend incontro a Parigi sul piano di pace, tensioni su Donetsk e Zaporizhzhia e nuove pressioni
Il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un monito pesantissimo: Washington starebbe chiedendo un ritiro ucraino dal Donbass, senza pretendere la stessa cosa dalla Russia.
«I territori di Donetsk e la centrale nucleare di Zaporizhzhia restano questioni irrisolte. Washington vuole che sia l’Ucraina a ritirarsi, non la Russia»
Il leader ucraino ha ribadito che qualsiasi compromesso territoriale dovrà passare dal voto del popolo ucraino, tramite referendum o elezioni.
Sono ore drammatiche. Funzionari di Ucraina, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito si riuniranno sabato a Parigi per discutere il piano di pace americano. I Paesi europei saranno rappresentati dai rispettivi consiglieri per la sicurezza nazionale. Non è ancora certo se il segretario di Stato USA, Marco Rubio, parteciperà.
Zelensky, insieme agli alleati europei, punta anche a una telefonata congiunta con Donald Trump, ma la Casa Bianca non ha ancora programmato nulla.
Le minacce di Mosca
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha lanciato un avvertimento severo ai Paesi europei: «Qualsiasi peacekeeper inviato in Ucraina sarà un obiettivo militare legittimo». Lavrov ha inoltre criticato le iniziative europee nei negoziati, giudicandole «inutili». Anche Vladimir Putin ha rivendicato progressi sul terreno:
«L’iniziativa strategica è nelle mani delle nostre forze armate. Avanziamo in Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson».
Il Cremlino ha anche ribadito che, secondo la Costituzione ucraina, il mandato di Zelensky è scaduto e dovrebbero essere indette nuove elezioni.
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Difesa europea e sanzioni sugli asset russi
I ministri della Difesa di Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Polonia hanno tenuto una call incentrata sul rafforzamento della difesa europea e sul sostegno a Kiev. Intanto il Coreper ha approvato la procedura scritta per rinnovare a tempo indeterminato il blocco degli asset russi nell’Ue, con voto a maggioranza qualificata. Ungheria e Slovacchia sono gli unici Paesi contrari.
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Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha accusato apertamente la Cina di sostenere la Russia: «Senza Pechino, Mosca non potrebbe continuare questa guerra».










