La versione integrale della Strategia di sicurezza Usa ridisegna le alleanze e apre un varco nell’Europa divisa: Austria, Ungheria, Polonia e Italia paesi più vicini a valori tradizionali
Una versione più estesa del documento della Strategia di sicurezza nazionale (Nss) degli Stati Uniti, pubblicata venerdì scorso, sta agitando le cancellerie occidentali.
Il rapporto aveva già provocato aspre reazioni per il modo con cui l’amministrazione Trump aveva identificato nell’Unione europea una vera e propria minaccia alla civiltà occidentale a causa delle proprie politiche su clima, difesa, sicurezza e immigrazione.
“Fate a meno dell’America”
Ora nella versione originale, che sarebbe stata poi ridotta prima di essere pubblicata, Washington affonderebbe ulteriormente il coltello, sicura com’è di continuare a tenerlo dalla parte del manico.
Nel documento si legge infatti una vera e propria esortazione ai Paesi europei a fare a meno del sostegno militare americano, giudicato un peso inutile per le casse statunitensi.
Non solo, ma a corollario del suo duroJ’accuse contro la Ue nel nuovo documento è contenuta la strategia del governo americano per sviluppare relazioni privilegiate con una manciata di Paesi giudicati più vicini in quanto a sostengo ai valori tradizionali.
L’asse Italia, Austria, Ungheria e Polonia
Tra questi figurano esplicitamente Austria, Ungheria, Polonia e anche l’Italia, dove il governo Meloni è da tempo uno dei pochi esecutivi europei a insistere nel mantenere aperti i canali di comunicazione con Washington.
Nel documento strategico l’America immagina di poter utilizzare tali Paesi contro l’Unione europea, rafforzando il sostegno apartiti e movimenti in linea con i propri valori e interessi per indirizzarli a prendere le distanze dalla leadership europea. Un’autentico sabotaggio, insomma.
Nasce l’idea del “C5”
Il documento giudica inoltre un “gravissimo errore” l’espulsione della Federazione Russa dal G8 nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, e propone di rimpiazzare tale format con un nuovo caminetto di potere, il C5 (“Core 5”, letteralmente “Nucleo 5”).
A farne parte, oltre a Russia e Stati Uniti, anche Cina, India e Giappone, con la vistosa esclusione degli europei. Un nuovo segno, dunque, del desiderio americano dirottamare i propri alleati a favore di nuove geometrie geopolitiche.











