Il Pentagono difende i raid nei Caraibi: «Operazioni contro i narcos legali e conformi al diritto internazionale». Attacco del 2 settembre sotto esame
Le operazioni statunitensi contro i cartelli della droga nei Caraibi «sono legali e pienamente in linea con il diritto internazionale». Lo ha ribadito la portavoce del Pentagono, Kingsley Wilson, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito alla controversa azione del 2 settembre contro una presunta nave dei narcos.
Wilson ha difeso apertamente l’operato dell’ammiraglio Frank Bradley, sostenendo che «ha preso la decisione giusta» e che può contare sul pieno appoggio del segretario alla Difesa Pete Hegseth. Proprio Hegseth, però, è al centro delle polemiche: secondo ricostruzioni del New York Times, sarebbe stato lui a ordinare il primo attacco alla nave sospettata di trasportare droga.
I raid successivi sarebbero invece stati autorizzati da Bradley, ma resta incerta la natura dell’obiettivo: colpire eventuali superstiti o impedire che la droga venisse recuperata da altri trafficanti.
La Casa Bianca e lo stesso Hegseth hanno indicato Bradley come l’autore del secondo ordine, quello oggi sotto accusa perché potenzialmente configurabile come crimine di guerra. Le norme militari, infatti, vietano attacchi deliberati contro civili o sospetti criminali che non rappresentano una minaccia immediata.
Bradley riferirà giovedì alle commissioni Forze Armate di Senato e Camera, chiamato a chiarire ogni passaggio dell’operazione.











