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Zelensky: «Ucraina al bivio: dignità o compromesso con gli Usa»

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Sul tavolo ci sono i 28 punti del piano di pace statunitense, «difficili ma inevitabili». Gli Stati Uniti – riferisce una fonte – pretendono una firma preliminare entro il 27 novembre


Volodymyr Zelensky parla agli ucraini in uno dei passaggi più delicati dall’inizio dell’invasione.

«Siamo in uno dei momenti più difficili della nostra storia. La pressione sull’Ucraina è al massimo», avverte il presidente. Kiev, dice, si trova davanti a un bivio.

«O la perdita della nostra dignità, o il rischio di perdere un partner chiave»

Sul tavolo ci sono i 28 punti del piano di pace statunitense, «difficili ma inevitabili», che Zelensky promette di affrontare «senza tradire gli interessi nazionali».

Il presidente assicura che l’Ucraina presenterà proposte alternative ai punti più problematici del documento e che continuerà a discutere «in modo rapido e costruttivo» con gli Stati Uniti. «Non daremo al nemico il pretesto per dire che Kiev rifiuta la pace», aggiunge. E ricorda che l’Ucraina resta «lo scudo tra l’Europa e la Russia», come lo fu il 24 febbraio 2022, quando il Paese resistette da solo alle prime ore dell’invasione.

Usa: “Accettate il piano o niente armi”

Secondo Reuters, Washington sta spingendo con forza affinché Kiev accetti il quadro dell’intesa con Mosca, minacciando in caso contrario di sospendere la fornitura di intelligence e armamenti. Gli Stati Uniti – riferisce una fonte – pretendono una firma preliminare entro il 27 novembre. Zelensky ha già parlato del piano con il vicepresidente J.D. Vance, conferma Axios.

Una bozza pubblicata da Axios rivela un elemento chiave del piano americano: una garanzia di sicurezza modellata sull’articolo 5 della Nato. Un attacco significativo all’Ucraina sarebbe trattato come un attacco alla «comunità transatlantica», con possibilità di intervento militare, economico o logistico da parte degli alleati.
La garanzia durerebbe 10 anni, rinnovabili. La Casa Bianca la considera «una grande vittoria» per Kiev.

L’Europa prepara controproposta

Francia, Germania e Regno Unito stanno lavorando a un piano alternativo, considerato più favorevole a Kiev.
In una telefonata a quattro, Macron, Merz e Starmer hanno assicurato a Zelensky che l’attuale linea del fronte deve essere la base di qualsiasi discussione territoriale e che il sostegno europeo resterà «incrollabile».
Una riunione urgente è prevista al G20 in Sudafrica.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sottolinea che l’Ue discuterà il piano al G20 e in contatto diretto con Zelensky: «Non può esistere un accordo di pace senza l’Ucraina».

l presidente del Consiglio europeo Antonio Costa chiarisce che «non è arrivata alcuna comunicazione formale» e ribadisce che l’Ue resta impegnata nella ricerca di «una pace giusta e duratura».

Dopo la call internazionale, il premier britannico Keir Starmer ribadisce il principio cardine del negoziato: «Il futuro dell’Ucraina deve essere determinato dall’Ucraina. È un punto fondamentale». E aggiunge che, pur partendo dal testo degli Stati Uniti, «la sovranità non è negoziabile».

Vertice riservato a Kiev

Mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, respinge ogni voce su un’offerta formale arrivata da Washington e precisa che Mosca «rimane aperta al dialogo», a Kiev è previsto un incontro tra una delegazione statunitense e la missione Ue. Nei giorni scorsi sono arrivati nella capitale anche alti funzionari del Pentagono.

L’Italia?

Nel colloquio telefonico tra Giorgia Meloni e Friedrich Merz è stato apprezzato il capitolo relativo alle «robuste garanzie di sicurezza», giudicate essenziali per la stabilità europea e transatlantica. Altri aspetti del piano restano «da approfondire», precisa Palazzo Chigi.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto invita alla prudenza, soprattutto sull’ipotesi di cessioni territoriali:
«Non possiamo decidere dall’esterno. Bisogna parlare con chi fa i sacrifici maggiori e con chi rischia di perdere territori difesi a costo di centinaia di migliaia di vite». E conclude: «L’Ucraina deve essere protagonista del proprio destino».

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