Il presidente firma la legge per la divulgazione dei file di Epstein ma molte carte resteranno segrete per le ampie eccezioni previste dalla norma
Donald Trump ha annunciato di aver firmato la legge che ordina la divulgazione dei file su Jeffrey Epstein, dopo essersi opposto per mesi alla loro pubblicazione. Il presidente Usa, in un lungo messaggio su Truth Social, accusa i democratici di aver “nascosto la verità” sul finanziere morto in cella nel 2019, prima del processo per reati sessuali.
Nel post, Trump elenca presunti legami tra Epstein e diversi esponenti dem: da Bill Clinton – che “ha volato 26 volte sul suo aereo” – all’ex rettore di Harvard Larry Summers, fino all’imprenditore Reid Hoffman e al leader della minoranza Hakeem Jeffries.
“Forse la verità verrà svelata”, scrive, rivendicando la firma della legge come un atto di trasparenza.
Ma non aveva scelta, ha firmato solo perché non avrebbe bloccato la valanga: i democratici, con alcuni repubblicani avevano forzato il voto alla Camera, e il fronte favorevole stava crescendo anche nel suo stesso partito.
La Casa Bianca ha comunque ricordato di aver già reso pubbliche “decine di migliaia di pagine” sul caso Epstein, ma per molti l’attenzione resta altissima.

Maria Farmer, la prima donna ad aver denunciato Epstein nel 1996, ha accolto la notizia come una svolta: «Dopo decenni di richieste ignorate, finalmente il Congresso ascolta le sopravvissute»
Cosa potrebbe ancora restare segreto
La firma di Trump, come spiega il New York Times, non garantisce affatto che tutti i documenti diventino pubblici. La legge contiene “significative eccezioni”, tra cui la possibilità di trattenere:
File che riguardano indagini in corso; documenti che identificano vittime; immagini o video di abusi sessuali su minori; materiali classificati o coperti da ordini di sigillo.
Queste clausole potrebbero consentire al Dipartimento di Giustizia di mantenere riservata “una parte sostanziale dei documenti”.
Il Dipartimento di Giustizia ha spiegato che molti file non possono essere rilasciati perché contengono:
- immagini delle vittime,
- video di abusi,
- documenti sigillati da giudici,
- materiale legato a indagini federali ancora attive.
La nuova indagine ordinata da Trump
La scorsa settimana Trump ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di aprire un’indagine specifica sui democratici citati in alcune delle email dell’Epstein estate. La procuratrice generale Pam Bondi ha dichiarato di averla avviata: un elemento che potrebbe diventare ulteriore motivo per trattenere documenti.
Bondi, interrogata sulla piena applicazione della legge, ha promesso trasparenza ma ha evitato di dire se tutto il materiale verrà divulgato: «Seguiremo la legge e proteggeremo le vittime», ha detto, accennando a “nuove informazioni” che l’hanno portata a riaprire il caso quattro mesi dopo averlo dichiarato chiuso.












