Il presidente cambia strategia e chiede ai repubblicani di votare per la pubblicazione dei file Epstein. Il New York Times rivela tensioni nel GOP e oltre 100 deputati pronti a sfidarlo
Donald Trump cambia rotta. Miglior difesa e attacco. Ora l’invito diretto ai repubblicani della Camera è quello di votare a favore della pubblicazione dei documenti relativi al caso Jeffrey Epstein. Una svolta netta rispetto ai giorni precedenti, in cui ha tentato di frenare la ribellione interna al GOP.
In vista del voto di martedì alla Camera, Trump all’inizio ha attaccato i democratici sostenendo che «a nessuno interessava Epstein quando era vivo e, se avessero avuto prove contro di noi, le avrebbero già pubblicate prima della nostra vittoria elettorale». Ma non basta più.
Secondo quanto rivela il New York Times, che ricostruisce la pressione crescente dentro il partito, sono stati proprio le decine di deputati repubblicani pronti a sostenere il voto per la pubblicazione a costringerlo al cambio di strategia.
Trump: “Nulla da nascondere”
In un lungo post sui social, Trump scrive: «I repubblicani dovrebbero votare per la pubblicazione dei documenti Epstein, perché non abbiamo nulla da nascondere. È tempo di andare oltre questa bufala creata dai democratici per distrarre dai successi del Partito Repubblicano». Per il presidente sarebbe meglio concentrarsi su economia, inflazione, tasse, confine e deportazioni degli immigrati irregolari.
Trump afferma che il Dipartimento di Giustizia ha già reso pubbliche “decine di migliaia di pagine” riguardanti Epstein, incluse quelle su figure democratiche come Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers. «Parliamo delle nostre vittorie economiche e non cadiamo nella trappola dei democratici», ha dichiarato. «A nessuno interessava Epstein quando era vivo. Se i democratici avessero qualcosa, lo avrebbero pubblicato prima delle elezioni».
Trump afferma che il Dipartimento di Giustizia ha già reso pubbliche “decine di migliaia di pagine” riguardanti Epstein, incluse quelle su figure democratiche come Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers.
«Parliamo delle nostre vittorie economiche e non cadiamo nella trappola dei democratici», ha dichiarato. «A nessuno interessava Epstein quando era vivo. Se i democratici avessero qualcosa, lo avrebbero pubblicato prima delle elezioni».
Le tensioni nel GOP
La base repubblicana resta divisa e il New York Times segnala uno scontro aperto tra Trump e alcuni suoi ex alleati, tra cui Marjorie Taylor Greene, che il presidente chiama “traditrice”. La deputata ha denunciato minacce di morte in seguito agli attacchi pubblici di Trump.
Il presidente si è trovato così costretto a un riequilibrio interno per evitare un voto potenzialmente umiliante.
I 100 repubblicani pronti alla sfida
homas Massie e altri deputati repubblicani avevano già raccolto un sostegno tale da raggiungere o superare quota 100 voti favorevoli alla pubblicazione dei file, nonostante l’opposizione iniziale della Casa Bianca. Lo stesso speaker Mike Johnson, intervistato da Fox News, ha previsto “molti voti” a favore del provvedimento e ha anticipato l’accelerazione del voto.











